Il viaggio di Adele e altre storie del bosco è un libro composto da quattro racconti che hanno per protagonisti gli animali. Appartengono alla famiglia dei mammiferi, degli uccelli, degli insetti, degli anfibi. Sono scoiattoli, talpe, merli, lombrichi, rospi, formiche, corvi, volpi, cervi, tassi, ricci, topi. I loro nidi crescono in alto, sugli alberi; le loro tane tra le radici, sotto terra; le loro stanze dentro i formicai. Si cibano di nocciole, insetti, germogli, conchiglie, mirtilli, lumache, ghiande, bacche. Hanno tutti una particolarità: della selvatichezza che è propria dell’ambiente in cui vivono, conservano alcuni tratti, mentre altri si mescolano ai costumi degli umani. [...] Il viaggio di Adele e altre storie del bosco è un libro sulle relazioni. Ce ne sorprendiamo, ma prima o poi accade: ascoltiamo con più attenzione i consigli di un amico, piuttosto che quelli di un parente stretto; ci affezioniamo all’improvviso a persone fino a un attimo prima sconosciute, e magari mai, fino in fondo, a chi vediamo tutti i giorni; fraternizziamo più velocemente con chi non ci assomiglia affatto, invece che con i nostri simili; troviamo, fuori dalle mura di casa, l’affetto e la collaborazione di famiglie elettive; scegliamo l’autonomia, al posto della dipendenza da babbo, mamma, fratelli, sorelle, nonni, zie. È così per Adele che, lontana dai genitori, scopre di avere un vero amico a pochi isolati dalla sua abitazione. È così per Lili Bacca di Rosa, che impara dal tasso Sam, e non dai genitori, il valore impagabile del silenzio e del niente. È così per Cornelius, riccio triste in preda a un attacco di nostalgia, che rischia di affogare nelle sue lacrime e viene tratto in salvo da una calorosa famiglia di topi.
Vivere in gruppo, prendere delle decisioni collettivamente, nel bosco, come nella vita di tutti i giorni, può essere difficile, ma è necessario ed è anche un’occasione per condividere esperienze e realizzare progetti che, altrimenti, tra sé e sé, non vedrebbero mai la luce. Proviamo a pensare al gruppo come a una società in piccolo. Pacifica. Non basta fare numero per essere un gruppo. Non basta ritrovarsi nello stesso luogo e, magari, parlare uno sopra l’altro. Il traffico dei pensieri e delle prospettive individuali, quando si è in molti, va regolato, servono adeguate disposizioni, un linguaggio comune, idee condivise, rispetto.
Vivere in gruppo, prendere delle decisioni collettivamente, nel bosco, come nella vita di tutti i giorni, può essere difficile, ma è necessario ed è anche un’occasione per condividere esperienze e realizzare progetti che, altrimenti, tra sé e sé, non vedrebbero mai la luce. Proviamo a pensare al gruppo come a una società in piccolo. Pacifica. Non basta fare numero per essere un gruppo. Non basta ritrovarsi nello stesso luogo e, magari, parlare uno sopra l’altro. Il traffico dei pensieri e delle prospettive individuali, quando si è in molti, va regolato, servono adeguate disposizioni, un linguaggio comune, idee condivise, rispetto.
Da Ispirati dalle creature viventi, di Giulia Mirandola, in Catalogone 2010.