di Anna Castagnoli, 2011
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Ripercorrendo gli anni della sua infanzia in ordine cronologico, Anna Castagnoli presenta in modo libero i vari episodi, creando talvolta qualche breve salto temporale, sempre giustificato e contestualizzato. Un vero e proprio flusso di ricordi, in cui una memoria ne richiama alla mente un’altra, per analogia di sostanza o d’emozione. Un insieme di pensieri e immagini che risuonano, avvolgendo il lettore, senza mai perdere il filo. Meravigliosi e vividi i ritratti dei componenti della famiglia Castagnoli: una Mamma forte, dal carattere energico e femminile al tempo stesso, un Padre attivo, tenero e un po’ “matto” che con i suoi “riti scaramantici” mi ha ricordato (non so perché) Melker, il papà di Vacanze all’Isola dei Gabbiani, e una piccola Anna coraggiosa, sensibile e talvolta fragile, ma dall’incrollabile fiducia nella vita. Leggere la storia di Anna è vivere la sua infanzia e, in qualche modo, rivivere la propria. Ricordare le sensazioni di quando si è bambini, di quando si riconosceva l’intensità e la magia nelle cose, di quando ci si sentiva interiormente più grandi e più vasti di quel che poteva sembrare fuori, di quando tutto questo era evidente e visibile solo a Noi Bambini… e riempiva tutto.
Perché quando si è bambini, si è al centro della propria vita; e da quel punto privilegiato si studia il mondo.