[di Vittoria Negro]
Lo stupore è una delle più belle sensazioni che si possono provare di fronte a qualcosa di inaspettato, ma in qualche modo atteso. Questo è quello che ho provato quando ho sfogliato I Cinque Malfatti la prima volta ed è ciò che vedo ogni volta che lo leggo con i bambini con cui lavoro. Anche gli insegnanti si stupiscono di fronte a una complicata semplicità che racconta di come, fatti ciascuno a nostro modo, possiamo essere unici, preziosi, intelligenti e sbagliati. Essere stupita è una delle cose che più mi piace, che lo stupore arrivi da un libro, un film, un gesto, una frase non è importante, lo è invece che succeda e non di rado. I bambini mi stupiscono continuamente con la loro attenzione sopraffina che arriva molto lontano, vedono anche ciò che non c’è ma potrebbe e questo libro è fatto apposta per loro.
E quando per I Cinque Malfatti ho trovato due seconde elementari, un bel gruppo di ragazzini con lo sguardo lungo, e due insegnanti che hanno visto nel libro (testo e illustrazioni) potenzialità grandi per affrontare temi quotidiani come le differenze di capacità, la timidezza, la lentezza, il disordine, la creatività dei loro alunni il gioco era già iniziato.
La lettura della breve storia è stata seguita con attenzione: tutti vicini, sfogliando il libro e cercando con lo sguardo nelle illustrazioni quello che le parole non raccontano, ma le immagini sì, e con dovizia di particolari, come l’espressione dei protagonisti, l’arredamento della casa, i colori delle coperte e il pavimento della storia, come ha osservato una bambina.
I cinque malfatti più il Perfetto. Illustrazione di Beatrice Alemagna.
Poi ci siamo messi a parlare del significato della parola malfatti: il contrario di benfatti, un modo per dire che una cosa o una persona è sbagliata. Inizialmente molti i riferimenti all’aspetto esteriore, all’abbigliamento, alle forme e alle posture, poi un ragazzino sveglio e attento ha detto che potevano esserci anche cose che non si vedono nelle figure, cose immaginate, cose che poi la storia ci ha raccontato. Ancora: è stato detto che qualcosa è malfatto per qualcuno e non per un altro, per esempio chi è vegetariano pensa che sia malfatto chi mangia carne; è ritornata ancora la parola sbagliato/a e due bambini hanno puntualizzato che sbagliato non è malfatto, malfatto non è sbagliato, ma diverso da quello che si può immaginare o credere che sia.
Alesha, autrice di questo disegno, è una bambina pachistana. Per lei alcune parole del testo sono difficili, non per questo ha rinunciato alla sua interpretazione grafica del personaggio.
Alessandro è l’inventore del titolo di questo racconto di laboratorio. Mi piace la spiegazione relativa alla scrittura "brutta" in quanto opera del suo malfatto.
Su questo punto, dopo un’animata discussione, ci sono state diverse affermazioni, ecco quella che ci ha convinti: un'addizione ha un risultato che è giusto oppure no; le altre cose, moltissime, per fortuna, possono avere diverse risposte e risultati, come accade per i Malfatti. Loro sono una possibilità, un risultato, anche giusto. A questo punto ho spiegato al gruppo che le illustrazioni e il testo de I 5 malfatti sono di un’unica autrice, Beatrice Alemagna, che ha pubblicato altri albi illustrati, ha uno stile molto personale e usa materiali differenti per le sue illustrazioni; quindi, ho osservato che il testo e le immagini sono molto legati fra loro, perché vengono dalla stessa mano. E a questo punto, il bambino autore del titolo ha precisato: “Anche dalla stessa mente” e alla fine di questa chiacchierata ha aggiunto: “Brava, Beatrice!”.
Sofia: una doccia al succo di pesca, una doccia malfatta o sbagliata? Oppure dolcissima? Questione di punti di vista. Nel disegno viene ripreso il titolo e Beatrice Alemagna diventa bravissima!
I disegni che illustrano questo post riprendono in parte le cose che sono state dette, alcuni si rifanno alla storia, altri inventano nuove situazioni in cui i Malfatti sono protagonisti. Non tutti i personaggi ritornano nelle elaborazioni grafiche degli alunni. Grande successo per la Capovolta e lo Sbagliato. Osservandoli, si trovano particolari legati alle illustrazioni, le decorazioni dell’abito della Capovolta e i disegni di Sbagliato, insieme a variazioni personali, come la doccia con il succo di frutta e relativa pozzanghera. Per realizzare il Piegato abbiamo usato fogli di giornale, come nella tavola originale.
Davide: Capovolta e Bucato insieme, uno è sotto la doccia e l’altra, lo guarda.
Ludovica: altra Capovolta, notare il segno a zig-zag sotto la testa che indica il ritmo dei salti a testa in giù.
Mi sono molto divertita. Mi sono divertita perché quando un libro mi piace tanto la vera prova la supera quando lo propongo ai ragazzini, quando con loro leggo, guardo, scavo, cerco e trovo. Certo con i libri belli è meglio, e i libri belli ci sono, bisogna cercarli. Ripensando all’incontro, mi sono accorta che il Perfetto non se l’è filato nessuno; o, meglio, l’unica cosa emersa in proposito è stata la parola nullità che non è piaciuta molto, quasi un’offesa, perché “almeno una cosa tutti la sanno fare, anche se sono malfatti”, ha commentato un bimbo in genere piuttosto silenzioso.
Soraya: Capovolta al parco, per chi guarda l’albero potrebbe essere appesa alle nuvole?
Altro particolare che mi ero persa, i fichi d’india. Dove abitiamo noi (Sardegna sud-ovest) ce ne sono davvero tanti, sui bordi delle strade, lungo i muri a secco in campagna, belli grandi, verde lucido dopo la pioggia e con frutti succosi a fine estate, proprio come quelli che circondano la rabbia del Bucato. E infine le pacche sulle spalle, quelle fanno la differenza: malfatti, ma, insieme, amici, “in cricca” come dicono qua e se manca la perfezione pazienza, potremo cercare qualcosa di perfetto in ognuno, ogni giorno, anche una cosa piccola, perché tutto sarebbe troppo.
Elena: ha scelto il malfatto Piegato, e con gli accessori aggiunti ha fatto il proprio autoritratto (capelli ricci e borsetta rosa con cuore).
Elias: Piegato sotto la pioggia.
Sentirsi tutti Malfatti, anche in una cosa sola (“Io non leggo molto bene”, mi ha detto sottovoce la bambina al banco vicino alla cattedra), avere punti di vista differenti e poterli mettere insieme con quelli degli amici, scegliere qual è il personaggio che non solo ci piace tanto, ma sotto sotto ci somiglia. Infine, la chiusa della discussione, da parte del filosofo della classe: “Comunque malfatti siamo un po’ tutti” e, poi, tutti a disegnare!
Gabriele: Sbagliato e i suoi lavori.
Marika: Sbagliato dipinge con un pennello rosso gocciolante.
Io ho scelto la Capovolta perché mi piace vedere qualcosa solo io, almeno qualche volta.
Ringrazio i bambini della scuola Primaria di Gonnesa, le insegnanti e la bibliotecaria che non smette mai di cercare modi per portare libri e storie a scuola. E infine, una riflessione sul pavimento a quadretti della storia: a parte che già altri prima di noi ne hanno detto, vogliamo puntualizzare che il pavimento della scuola primaria del Comune di Gonnesa, cittadina del Sulcis Iglesiente è proprio uguale a quello a quadretti sul quale dorme il Molle e sul quale pedala lo Sbagliato: guardare per credere!