ovvero Cagliari-Barcellona a/r
[di Giorgia Atzeni]
Riallacciandomi all'articolo Albi e adolescenti: un esperimento didattico su questo blog, gioisco: prosegue (ahimè) la mia “scintillante” carriera di precaria della scuola. Procedono con soluzione di continuità le mie supplenze fra media inferiore e superiore, dove insegno materie letterarie, compresa la storia dell'arte, laddove ancora resiste. Attualmente, ho il piacere di portare all'esame di Stato la Terza E della Media Regina Elena di Cagliari, dove già calcavo le scene lo scorso anno. Sostituisco, fortuitamente, lo stesso docente; ho l'occasione, dunque, di portare avanti con gli stessi alunni un discorso le cui parole chiave indispensabili sono: lettura e scrittura.
Nel 2017, non è fatto insolito: a scuola si legge e si scrive. Per variare, propongo loro novità editoriali per adolescenti (leggiamo per intero La guerra di Toni, di Fabrizio Lo Bianco (Rizzoli), alternate a lezioni di analisi logica, letture di brani dell'antologia e immersioni fra gli indispensabili classici della letteratura; e nel frattempo studiamo storia e geografia, con l'ausilio del cineforum (Persepolis, Il grande dittatore, per citare alcuni film visti).
Analizzando la situazione di partenza della classe nuovamente assegnatami, noto che manca ai ragazzi il giusto entusiasmo, ma soprattutto l'autostima. Per alcuni sono evidenti notevoli lacune, dovute per lo più ai fisiologici ritmi di apprendimento differenti fra studenti e la reale impossibilità per noi docenti di distribuire energie in parti uguali. Quando si arriva così in terza media, dopo otto anni fra i banchi, si è già all'irreparabile. Effettivamente anche l'aspetto disciplinare, talvolta, lascia a desiderare: il consiglio di classe non è disposto a proporre alcuna uscita didattica se non muta l'atteggiamento generale.
«Prof., siamo i peggiori della scuola!»: quelli che sono diventati i “miei alunni” lo sanno; piano piano, predica dopo predica, mi sono trasformata in un tormentone vivente le cui raccomandazioni quotidiane risuonano loro nelle orecchie come una noiosissima nenia. Dispenso frasi, recito, imito a specchio i loro modi di fare, come la compulsione a farsi continuamente selfie fuori dalla scuola (in classe i cellulari sono vietati). Spesso ci divertiamo, ma è tragicomico quando la parodia corrisponde al profilo sgangherato di troppi ragazzini. Eppure sdrammatizzare serve, per ricucire la dicotomia tra scuola e risata, anche perché dopo la risata, torna subito la concentrazione.
Tuttavia, non mi sta bene che si dica loro (o che si dicano allo specchio): non valete niente! Così decido di mettere su una redazione di classe, perché l'Istituto non ha un giornale scolastico. Certa della facilità della mia idea, li convinco: facciamo subito un briefing per scegliere il titolo della testata. Le proposte più interessanti sono Làgheschool (trad. dallo slang cagliaritano “guarda che scuola”) e un più classico IlSole5ore. Votiamo e vince la classicità.
Con il costante supporto della mia collega insegnante di sostegno, Daniela Desogus, sono subito pronte le “notizie fredde”: si inizia a scrivere di cinema, letteratura, poesia; si pubblicano poesie e disegni; si fa la cronaca degli eventi più interessanti dell'Istituto, compresa la partecipazione a Pippo Bianco, Pippo Rosso. Esce il primo numero. La cerchia si allarga: parlo con la Preside (da subito entusiasta) e coinvolgo le altre docenti di lettere. In circa quattro mesi, con la collaborazione di molti giornalisti in erba, pubblichiamo tre numeri del giornale. Alcune copie vanno in stampa nel formato A3 full color e poi, per tutti, on line sul sito scolastico. Eccoli qui: Il sole 5 ore Numero 1; Il sole 5 ore Numero 2; Il sole 5 ore Numero 3.
Questa lunga premessa è stata necessaria perché, a un certo punto, nel corso degli scrutini del primo quadrimestre, la Dirigente Scolastica annuncia che la Terza E è stata selezionata (con sole altre due classi) per partecipare a una Crociera letteraria diretta a Barcellona. La classe è stata scelta per l'impegno in ambito letterario e, guarda un po', per la redazione de IlSole5ore; perché nel corso della navigazione verso il capoluogo catalano i ragazzi dovranno raccontare in un Giornale di bordo gli incontri con gli autori, ospiti dell'ottava edizione di Una nave di libri, traversata organizzata in occasione della Festa nazionale del libro nella giornata di San Jordì sulla Rambla.
Io cado dalle nuvole. Ma come, non eravamo la classe peggiore? E adesso come si fa? Non posso non accompagnarli. La Terza E mi ha incastrata e sulla nave ci siamo saliti per davvero il 22 aprile scorso, insieme alla Seconda e alla Terza D, seguite rispettivamente dalle professoresse Francesca Demuru e Francesca Frau. Temutissima dagli insegnanti, l'uscita didattica con le notti fuori sede è il momento più entusiasmante per gli alunni.
I ragazzi al lavoro su Una nave di libri.
E questa volta ci hanno proprio stupiti: nonostante le inevitabili notti quasi in bianco, sulla nave hanno lavorato. Hanno seguito, pazienti e bravissimi, gli incontri con gli autori (tra cui Nadia Terranova con il suo interessantissimo Gli anni al contrario, Einaudi, e Vindice Lecis, con i suoi romanzi storici sul medioevo sardo). Hanno scritto, come da copione, il Diario di bordo; hanno scattato e partecipato al concorso fotografico L’anima di Barcellona nel corso della festa di San Jordì organizzato da Leggere: tutti, vincendo il primo e il secondo premio fra tantissimi ragazzi delle scuole presenti. Hanno visto la Sagrada Familia, respirato l'aria della festa dei libri e delle rose, mangiato la paella, visitato il teatro Museo di Dalì a Figueres.
La foto vincitrice del concorso L’anima di Barcellona nel corso della festa di San Jordì.
Forse noi insegnanti siamo stati coraggiosi, ma l'assenza di occasioni speciali in loco è il primo dei motivi per cui ho scelto di accompagnare la mia classe terza al viaggio d'istruzione a Barcellona proposto dalla scuola. Il secondo motivo deriva dalla passione che cerco di trasmettere quotidianamente: quella per la letteratura e per le opere d'arte, con cui questi adolescenti hanno rapporti sporadici e nessuna curiosità spontanea.
Ed ecco cosa hanno scritto nell'articolo collettivo pubblicato da pochi giorni nell'ultimo numero speciale de IlSole5Ore:
Tutti i 23 aprile a Barcellona si festeggia il libro. La ricorrenza, celebrata in tutta Europa, non ha lo stesso peso anche in Italia; infatti questa manifestazione non è molto diffusa dalle nostre parti. Noi alunni delle medie di via Stoccolma di Cagliari siamo ansiosi di arrivare sulla Rambla invasa da numerose bancarelle piene di libri e rose.
La nostra classe, terza E, ha avuto la fortuna di essere stata selezionata per questa nuova esperienza culturale, una gita nel capoluogo catalano. Tutto merito del giornale scolastico, ideato a inizio anno. Alcuni di noi hanno già partecipato a diversi festival letterari in Sardegna, come Tuttestorie a Cagliari e L'Isola delle storie di Gavoi, ma una Nave di libri per Barcellona è senz’altro un’iniziativa originale per valorizzare la lettura.
In questo momento siamo nella sala principale della nave Grimaldi e discutiamo sullo scopo di questa crociera: ovvero raggiungere la Catalogna per un’esperienza unica. Nel corso della navigazione stiamo assistendo a incontri letterari con autori di punta nel panorama italiano.
Oggi abbiamo avuto occasione di ascoltare diverse presentazioni in programma. Il nostro viaggio però ha avuto inizio ieri con una tappa ad Alghero dove abbiamo visitato il meraviglioso parco di Porto Conte. Buon viaggio!