Il Picturebook Fest di Lecce, manifestazione recente e molto vivace, si è velocemente conquistato uno spazio nell’ambito delle manifestazioni dedicate all’illustrazione e all’albo illustrato. Nel prendervi parte ci siamo resi conto che, come spesso accade, dietro a eventi riusciti vi è una realtà in fermento, grazie alla quale si crea un terreno adatto al fiorire di diverse iniziative. L’attenzione per i bambini e i ragazzi in questa città, che da alcuni anni si preoccupa di valorizzare la ricchezza del proprio patrimonio culturale, si rivela in istituzioni come il Must, Museo Storico della città di Lecce , con la sua Libroteca d’Arte, creata da Melania Longo e destinata agli albi illustrati, intorno alla quale si è sviluppata l’attivissima sezione didattica del Museo (ne abbiamo parlato da poco qui). Dagli organizzatori del Festival abbiamo saputo anche che esiste anche il Teatro dei Bambini che organizza una stagione a loro interamente dedicata. Una realtà nuovissima, ma che mette in luce le energie che si stanno muovendo in questa direzione, è 11 e Lode, spazio presentato come il primo centro in Italia per il tempo pomeridiano dei bambini. Dopo aver conosciuto la sua fondatrice, Cristina Bari, l’abbiamo visitato, e ci è parsa un’iniziativa interessante. Per questa ragione abbiamo pensato di rivolgere a Cristina alcune domande. Questo è quello che ci ha raccontato e per cui la ringraziamo.
Da che esperienza vieni, qual è il tuo percorso professionale e come si lega alla decisione di lavorare coi bambini e i ragazzi?
11 e Lode è il mio sogno, la naturale evoluzione della mia storia personale e professionale. Ho conseguito la laurea in sociologia per poi specializzarmi in formazione, coaching e gestione delle emozioni. Sono sempre stata alla ricerca di approcci che aiutassero concretamente le persone a migliorare e accrescere la qualità della loro vita privata e professionale, così ho scelto di ampliare le mie conoscenze in neuroscienze e psicologia quantistica. Essere consapevoli dei nostri processi mentali e di come funzioniamo è un valido aiuto per migliorare costantemente la gestione della vita e delle relazioni. Svolgo la professione di coach da più di 10 anni insieme a mio marito, aiutando le persone a riconoscere i propri schemi mentali negativi e a cambiare abitudini comportamentali. Lavoriamo con un approccio integrato su vari livelli: comportamentale, cognitivo, emozionale, spirituale.
In questi anni ho aiutato tanti genitori a migliorare il modo di comunicare con i propri figli con l’obiettivo di creare in casa un clima più armonioso e sereno. Ho così avuto l’opportunità di osservare i cambiamenti che un genitore attento, consapevole e dotato di strumenti può mettere in atto. Più osservavo questi risultati, più cresceva in me il desiderio di lavorare non solo sulla consapevolezza, quanto piuttosto sulla padronanza di noi stessi e del nostro bagaglio emotivo.
Aiutare i genitori a destreggiarsi in nuove possibilità comunicative, emotive, relazionali per essere più sereni e gestire meglio lo stress, al fine di aiutare i propri figli a essere più forti e sicuri di sé, è una meta importante. Io credo che in ognuno di noi ci sia un potenziale nascosto, e che genitori ed educatori siano i facilitatori di questo potenziale. In questo modo si ha la possibilità di dare concretamente ai bambini speranza e opportunità per il futuro. Quando è nata mia figlia, volevo essere per lei una mamma migliore e offrirle esperienze di valore. Mi sono guardata attorno e ho visto lacune e carenze. Dove passano i loro pomeriggi i bambini? Cosa c’è dopo la scuola? Sono soli o possono stare insieme? Perché si annoiano tanto a scuola? Esiste la possibilità di appassionarli allo studio e alla conoscenza? Spesso i bambini transitano da una casa all’altra e da un adulto a un altro, per coprire l’esigenza organizzativa dei genitori che lavorano. Inoltre, spesso assorbono troppo stress, tensione e negatività dagli adulti che hanno intorno. Così, si costruiscono una visione del mondo negativa, faticosa, caratterizzata dall’assenza di speranza nel futuro, una visione che ha ripercussioni sulla loro vita. Si sa che le esperienze di cui ci nutriamo nell’infanzia sono la traccia su cui si poggerà ogni altra esperienza della nostra vita. Il mio impegno è lavorare per dare speranza e possibilità, per aiutare i bambini a credere in se stessi, nello sviluppo dei loro talenti, nell’esercitare nuove competenze, che li aiutino nella vita, andando a formare quel bagaglio interiore ricco e articolato, perché, a mio avviso il diritto alla speranza di una vita piena e positiva è il più importante diritto dei bambini, oggi.
Quando è nato 11 e Lode, e quando hai cominciato a progettarlo?
Questo progetto è dentro di me da molti anni; ho iniziato a sentirlo forte e presente proprio quando ho scelto di diventare mamma. So che il genitore perfetto non esiste, ma la possibilità di evitare errori e di conoscere metodologie educative rispettose, innovative, cariche di valori profondi, sì. Amare soltanto in modo incondizionato i propri figli non basta, ci vogliono conoscenze psicologiche e comportamentali per stare accanto a un bambino, oggi. Così mi sono rimessa a studiare, ho frequentato corsi di specializzazione per genitori, conosciuto nuovi metodi educativi fino ad approdare all’intelligenza emotiva, alla didattica delle emozioni e al metodo danese. Nelle scuole in Danimarca si insegna intelligenza emotiva; sono strutture belle, piene di materiali interessanti che esercitano ogni giorno la mente e lo spirito dei bambini, così ho deciso di creare un luogo che offrisse ogni giorno queste possibilità.
11 e lode è il primo centro per lo studio pomeridiano per i bambini di scuola primaria, ai quali offre un metodo di studio autonomo e personalizzato, e la pratica delle abilità emotive e relazionali. Abbiamo inaugurato a Lecce l’11 dicembre 2016. In poche settimane stiamo già osservando buoni risultati nei bambini in termini di apertura verso l’altro, motivazione allo studio, sicurezza personale. E ce lo confermano alcune testimonianze dei genitori (le potete trovare sulla nostra pagina Facebook. Qui il nostro sito).
Per rispondere a quali esigenze tue e del contesto sociale in cui vivi è nato il centro?
Ci sono tre esigenze prioritarie. Prima di tutto porre rimedio alla scarsa attenzione, a scuola, all’unicità del bambino (la scuola lavora necessariamente sulla dimensione collettiva, cosa comprensibile). I bambini hanno bisogno di trovare uno spazio e un tempo di ascolto delle loro emozioni, perché dalla loro atmosfera emotiva interiore dipendono le loro capacità e i risultati scolastici. I bambini devono essere trattati come persone pensanti, capaci di trovare soluzioni, di ragionare, creare e immaginare. Poi, non trascurabile, c’è il problema che hanno moltissimi genitori di non sapere dove far stare i figli, il pomeriggio. Al Sud, spesso stanno in casa dei nonni o con le tate, che non sono però figure adeguate allo svolgimento dei compiti, impreparate a gestire le crisi dei bambini o a favorire la costruzione di un metodo di studio autonomo.
Infine, c’è l’esigenza di molti genitori di avere un aiuto nell’educazione dei loro figli e nella gestione dei problemi quotidiani. In tale direzione, 11 e Lode organizzerà corsi per genitori, per avere uno spazio di confronto, aiuto e per sperimentare nuove tecniche più efficaci per risolvere i problemi.
A quali esperienze e teorie educative è ispirato il lavoro che svolgi qui?
Alle tecniche per il miglioramento delle nostre capacità mnemoniche e di apprendimento, derivanti dagli studi psicologici di Tony Buzan; ai metodi e alle strategie per esercitare l’intelligenza emotiva di Gottman e Goleman; alle ultime ricerche di neuroscienze sulle potenzialità del cervello dei bambini; alle teorie più efficaci di comunicazione genitori-figli; alla gestione delle emozioni e la pratica dell’empatia, ma anche alle tecniche meditative per bambini. E ancora ho studiato la pedagogia positiva, la didattica delle emozioni, le teorie pedagogiche di Gianni Rodari e di Bruno Munari, l’arte contemporanea e la didattica del fare. Il metodo 11 e Lode nasce all’incrocio di tutti questi studi, ricerche, teorie e conoscenze.
Nel tuo sito quello che prometti, con taglio molto pragmatico, è molto. Eppure quelli che tu tratti sono problemi complessi che richiedono tempo e approfondimento.
Si, è vero, ci sono diverse insidie, ma qualcosa di forte che si inserisca a fianco della routine scolastica e che produca nuova energia nei bambini bisogna sperimentarlo. È molto importante, le complessità da gestire sono tante almeno quanti sono i soggetti coinvolti: bambini, genitori, insegnanti scolastici, educatori. È necessario mettere in atto un lavoro di squadra, fatto di equilibri, mediazioni, comunicazione rispettosa e autorevole, perché da un lato vogliamo preservare, anzi potenziare la creatività e le capacità immaginative del bambino, dall’altra fargli fare i compiti esattamente come vuole la scuola. Allenare l’intelligenza emotiva nei bambini fin dai primi anni di età significa strutturare la loro personalità a essere più empatica, accogliente, serena di fronte alla avversità della vita. Questo è il macro obiettivo: le difficoltà arrivano, si affrontano e si superano a fronte di questo cambiamento.
Che tipo di attività svolgete insieme ai bambini?
Dopo i compiti, proponiamo ai bambini tutti i giorni giochi di relazione, laboratori artistici basati sulla pedagogia dell’arte, letture di libri, attività creative individuali o di gruppo. Gli argomenti dei nostri laboratori sono: l’esplorazione, la scoperta e la sperimentazione di emozioni e capacità relazionali, per l’allenamento di undici competenze (ecco il perché del nome 11 e Lode).
Le undici competenze che favoriamo sono: amor proprio e fiducia in se stessi, gestione delle emozioni, coraggio, determinazione e capacità di scelta, empatia e accettazione degli altri, soluzione dei problemi, comunicazione efficace, capacità di relazionarsi, resilienza, ottimismo, creatività. Ogni laboratorio è accompagnato dalla lettura di una storia che narra l’emozione o la dinamica comportamentale e relazionale su cui ruota il tema del giorno.
Quanto è importante lo spazio materiale e la sua organizzazione in questa esperienza?
È fondamentale. I bambini devono vivere uno spazio bello, ricco di materiali sempre diversi da utilizzare per creare. Il nostro è stato realizzato da una bravissima architetto leccese, Francesca Ivagnes, che ha tradotto il mio intento superando ogni aspettativa. Il centro è uno spazio di 180 mq in open space, interamente realizzato artigianalmente in legno naturale; su alcune pareti ci sono alcune illustrazioni d’autore, due di Alicia Baladan tratte dai libri Una storia guaranì e Storia piccola editi da Topipittori. I bambini hanno lo spazio per muoversi uscendo dalla costrizione del banco scolastico, per usare l’immaginazione, le mani e il corpo, per nutrirsi di immagini, creare e crescere più consapevoli e in armonia con gli altri. Una brava sarta ha realizzato una tana delle storie in lino e cotone, una tenda dove si può leggere, stare accoccolati, ritrovare la serenità. Abbiamo uno spazio dedicato alla pittura e ispirato al Closlieu di Arno Stern, una versione originale e rivisitata: dall’esterno sembra un grande armadio, ma poi l’apertura svela la sorpresa della pittura. E sulle pareti tanti libri con tante storie.
Quanti bambini riuscite ad accogliere al giorno e in una settimana?
Al momento circa 20 bambini al giorno. Ma il numero è destinato a crescere con l’arrivo di nuovi educatori appassionati e specializzati. Prevediamo per ogni centro un numero massimo di 30 bambini.
Quante persone lavorano con te e che tipo di competenze hanno i tuoi collaboratori?
Al momento sono tre collaboratori. Sono educatori specializzati, appassionati e competenti, che facilitano e sostengono le dinamiche emotive, il pensiero creativo e i processi cognitivi del bambino. Sono abili nei compiti, nella comunicazione e motivazione al rendimento, affiatati tra loro. Da noi si educa usando calma, serenità e fiducia, costantemente comunicata e vissuta.
Come si svolge una giornata tipo?
Il pomeriggio è diviso in due parti: i bambini arrivano alle 15:00 e vanno via alle 19:30. Dalle 15:00 alle 18:00 si fanno i compiti, successivamente i laboratori. All’inizio c’è un momento di accoglienza, in cerchio, per cercare di stabilire un clima sereno e tranquillo, allontanare lo stress e le tensioni con i quali spesso i bambini arrivano. Per studiare in modo produttivo e in meno tempo, è necessario stare bene e essere sereni, se non lo si è, è inutile iniziare a studiare. A 11 e Lode si adottano metodi di studio che predispongono il bambino ad applicarsi efficacemente, utilizzando meglio il tempo. Alle 18:00 inizia la seconda fase del pomeriggio dedicata ai laboratori artistico-creativi. Ogni giorno i bambini usano colori, carta, forbici, pennelli, tempere, materiali di riciclo, materiali naturali, tele, stoffe, per creare e fare esperienze. Più si lavora sulla manualità e sulla didattica del fare, più il bambino apprende, cresce e diventa più forte e sicuro di sé: è questo il nostro obiettivo.
Come sono entrati gli albi illustrati a 11 e Lode e come vengono usati dai bambini e dagli educatori?
Li ho conosciuti in un museo durante un corso di formazione, ne ho aperto casualmente uno, Che cos’è un bambino, di Beatrice Alemagna, e poi ne ho aperto un altro e poi un altro: erano tutti meravigliosi, parole soavi e potenti, illustrazioni bellissime, colori avvolgenti. Mi hanno conquistata, riattivando in me stupore e meraviglia. Leggendoli, ho scoperto che molti di loro parlano di emozioni in modo semplice ed efficace, grazie alla forza con cui immagini e parole sono associate. Agevolano nei bambini, e anche negli adulti, la definizione, comprensione e gestione delle emozioni. Le neuroscienze affermano che il cervello elabori le informazioni prevalentemente sotto forma di immagini. L’apprendimento e quindi la connessione di nuove reti neurali sono "facilitati" dall'utilizzo e dalla lettura di albi illustrati. Ho scelto così di collezionare albi illustrati per il mio centro e ho appena iniziato a creare una libroteca delle emozioni, mi piace chiamarla così. I libri sono a disposizione dei bambini di 11 e lode; li leggono insieme nei momenti di condivisione e vengono usati dagli educatori come strumenti facilitatori di apprendimento cognitivo ed emotivo nei laboratori artistici. In 11 e Lode non ci sono pc, ma molti libri.
Ho acquistato in due mesi più di cento volumi, molti dei quali sulle emozioni e le relazioni: albi che trattano i temi dell’unicità, identità, autostima, collaborazione, coraggio, capacità di scelta, fantasia, immaginazione e nutrono il bambino di immagini meravigliose che provocano emozioni e riflessioni, tanto da diventare una guida e uno stimolo alla creatività. Li scelgo con cura per i contenuti e per le immagini. L’albo illustrato favorisce l’intelligenza emotiva e svolge perfettamente il ruolo maieutico di un educatore inteso come allenatore emotivo. Inoltre rappresenta un piacere vero per i bambini, che hanno sempre voglia di aprire un libro nuovo e leggerlo agli altri. Questo è il piacere della condivisione. E poi ne discutono tutti insieme e ognuno propone la propria interpretazione e visione di realtà. Sono strumenti perfetti per processare nuove informazioni ed elaborare nuovi contenuti.
Come hanno accolto la proposta di 11 e lode la città e le famiglie?
C’è un grandissimo fermento e anche curiosità. I genitori sono entusiasti, fanno partecipare i loro figli con continuità e scelgono anche di formarsi personalmente per portare un cambiamento in famiglia. Appena inaugurato, avevamo già un bel gruppo di bimbi, con cui stiamo lavorando con gioia. E le famiglie sono felici perché toccano con mano i risultati nei comportamenti dei figli dopo sole poche settimane di lavoro insieme. La nostra proposta si fonda sulla continuità per dare valore al fare del bambino e al genitore la certezza di un luogo sicuro e stimolante dove far crescere i figli insieme agli altri bambini, ogni giorno.
Come si sta sviluppando il futuro del centro?
Vogliamo replicare l’attività in altre città, sviluppando il franchising 11 e Lode, con la possibilità per chi volesse lavorare con i bambini, di aprire il proprio centro. Io desidero collaborare con chi vuole fare la differenza con impegno, passione e sacrificio, inteso nel significato più bello del termine, rendere sacro.