Come sapete il lavoro dei librai ci interessa molto, in particolare di quelli specializzati, collaboratori così importanti per noi. Non è che ci sia un particolare merito, in questo: per noi ognuna di queste librerie costituisce un riferimento essenziale, un legame con il territorio insostituibile. Per questo, ogni nuova libreria è un evento da salutare con entusiasmo e merita grande attenzione. È chiaro allora perché all'incontro con Veronica, Sara e Alice, e con la loro futura libreria, Momo, che inaugurerà a Ravenna, il 5 marzo 2016 alle ore 16.30, in via Mazzini 36, ci è venuta subito voglia di ascoltare la loro avventura, che loro stesse vi andranno a raccontare in questo post. Da parte nostra, un grande in bocca al lupo!
[di Alice Keller, Sara Panzavolta, Veronica Truttero]
La nostra libreria è nata in viaggio.
E come i pensieri di viaggio, si è sviluppata pian piano, crescendo col ritmo del cammino.
Un cammino a piedi, in spalla uno zaino, dentro lo zaino: libri.
Ci siamo conosciute a Bologna, tra i banchi di scuola. Non al liceo, non all’università. Era un freddo mattino di novembre e camminavamo a passo svelto – un portico dopo l’altro, ognuna per conto suo – dirette all’Accademia Drosselmeier – master per librai e giocattolai - dalle nostre future insegnanti: Grazia Gotti e Silvana Sola.
In testa e in mano molti sogni, anche diversi, e pensieri piuttosto confusi.
L’unica certezza era l’interesse per la pagina scritta – e illustrata – e la voglia di lavorare con e per i bambini.
Ci siamo riconosciute a naso: vuoi lo smarrimento da primo giorno di studi, vuoi l’essersi viste di sfuggita qua e là per precedenti peripezie.
Al momento delle presentazioni Sara ha detto con coraggio: vorrei fondare la mia libreria per bambini.
Sara e Veronica al lavoro.
Da qui, da questo primo cerchio di banchi e di sedie, sono passati (e volati) i mesi. Mesi di entusiasmo, di corse con lo zaino in spalla tra l’Accademia e la libreria Giannino Stoppani, lo zaino sempre più carico e pesante di libri. Uscivamo realmente dalle lezioni con il cuore carico di emozioni e una fame vorace di esplorazioni. C’è stata la Fiera del Libro, e pian piano è arrivata anche la fine delle lezioni: ci siamo salutate con un po’ di tristezza, ma dentro di noi la consapevolezza di una responsabilità nuova.
Era tempo di mettere le mani in pasta, e costruire qualcosa.
Veniamo da percorsi diversi, ma con non pochi punti in comune. Sara ha lavorato per anni alla Lucertola, il centro di educazione ambientale fondato a Ravenna da Roberto Papetti. Ha lavorato nei nidi, ha costruito e costruisce giocattoli in legno, viaggiato tra scuole e biblioteche, portando in giro laboratori e progetti di promozione alla lettura, nonché le sue storie.
Veronica viene dall’Accademia di Belle Arti e da studi artistici: un passato nel mondo dei costumi per il teatro e la voglia di diventare illustratrice.
Alice ha incontrato Sara quando lavorava in teatro, poi le loro strade si sono separate per un po’. Ha cominciato a dedicarsi alla scrittura, in particolare a quella per ragazzi e per bambini.
Il progetto prende forma.
Ci siamo rincontrate una sera di luglio, a Ravenna, e lì, l’idea della libreria, ha cominciato a prendere forma. Non ancora una forma concreta, ma il seme era stato lanciato.
Ha avuto tempo per crescere, nel silenzio, per tutta l’estate.
Ci siamo date un tempo per pensare e il 15 ottobre abbiamo deciso.
Il patto era questo: un semplice sms, ma puntuale. Da tre punti d’Italia diversi, la risposta è stata: «Sì, facciamolo.»
Da lì, le cose hanno cominciato a prendere un ritmo, ritmo destinato ben presto a accelerare. Fin da subito contavamo di aprire il successivo febbraio. Pochi mesi, e tante cose da imparare.
È stato come ricominciare a andare a scuola: stesso autunno, zaino in spalla, ma questa volta – davanti agli occhi - un obiettivo nuovo. Passo numero uno: la scelta del luogo.
Sara, la vera ravennate tra noi, ci ha fatto da cicerone. Insieme abbiamo esplorato strade e agenzie, e ci siamo scontrate con le prime questioni. Serviva un posto non troppo piccolo, ma neppure enorme, con un affitto moderato per cominciare. Appena ci siamo innamorate del primo, abbiamo scoperto che non poteva funzionare: doveva anche essere in una via il più possibile centrale.
Qualche momento di comprensibile sconforto, poi eccolo: il nostro negozio. Non troppo grande, caldo, accogliente, con nicchie antiche e travi in legno. Anche la posizione era perfetta: zona pedonale, ben lastricata, in pieno centro. Non restava che contrattare.
Via Mazzini, la strada in cui Momo è andata ad abitare.
Scelto il posto, abbiamo cominciato a scontrarci con le questioni fiscali. Venendo tutte e tre da studi artistici e letterari, c’è stato parecchio da imparare. Ma qualche giorno fa, con gioia, abbiamo finalmente costituito la nostra società. Si inizia davvero a lavorare!
Mobili e scaffali, fin da subito, abbiamo voluto che fossero di legno. Legno vero: no laminati, o altri materiali. Dall’altra parte le griglie del business plan facevano sentire il loro peso: bisognava sfruttare al meglio il budget e trovare una soluzione non troppo costosa da realizzare. La risposta ce l’ha data Mattia Cecchetti, giovane falegname di Cesena di cui avevamo visto i lavori costruiti per Senape, studio fotografico. Il suo lavoro fortemente creativo, artigianale e con legni di recupero, ricchi di storie, ci è sembrato ideale per i nostri scaffali.
Non sono mancate le vacanze studio: Viale dei Ciliegi, a Rimini; il Castello di Carta, a Vignola; il Soffiasogni, ad Albano Laziale, e Ottimo Massimo, a Roma; e poi Mellops, a Faenza; la Seggiolina Blu, a Trento; per non parlare delle librerie parigine viste durante i giorni del Salone di Montreuil. Insomma: per qualche mese abbiamo girato l’Italia (e un pizzico di Francia) in lungo e in largo, per ascoltare consigli e esperienze di altre libraie, nonché per confrontare la scelta dei libri, l’arredamento. Ogni libreria visitata ci ha regalato qualche insegnamento da mettere nello zaino e riportare a casa.
Ed ecco il numero 36 di via Mazzini: la Libreria Momo.
E una volta a casa… ecco arrivare i primi cataloghi.
Alcuni online, altri (fortunatamente!) ancora cartacei, abbiamo cominciato a sfogliarli, dividendoci, a seconda di interessi e competenze, case editrici e aree tematiche.
Qui le scelte sono state non poche: immaginarsi i nostri futuri lettori, da 0 a 14 anni, sapendo l’attenzione che avremmo voluto dare alla fascia dell’adolescenza. Abbiamo provato a immaginare gusti diversi dai nostri – cosa non sempre semplice da mettere in pratica – ma che ci hanno regalato uno sguardo più obiettivo, scevro da pregiudizi e rispettoso delle storie. Allo stesso tempo il nostro gusto non l’abbiamo abbandonato, abbiamo operato sui cataloghi scelte anche forti, di inclusione o esclusione, ritenendo fosse giusto dare ai nostri futuri lettori l’impronta chiara delle nostre visioni.
Non ci saranno libri di forte mass market, ma ciò non significa che rinunceremo in toto alle opere seriali: semplicemente vogliamo scegliere per passione e non solo per vendibilità le serie presenti sui nostri scaffali. Prediligeremo i classici in versione integrale, considerandoli un passo importante da compiere quando si è pronti, ma terremo in particolare considerazione il lavoro di tutte quelle case editrici che si impegnano per aiutare chi ha difficoltà di lettura. Molti albi illustrati, con una piccola sezione in inglese e francese, molti romanzi e molta graphic novel, in teoria fino ai 14 anni, ma non ci spaventa affrontare le terre ibride, dai confini incerti, dell’adolescenza.
Posto d’onore i libri legati all’arte, alla poesia, alla musica e alla scienza.
All'interno fervono i lavori.
Mentre vanno senza sosta le telefonate agli agenti (e si finisce di costruire il sito, aggiornare la pagina Facebook, per non parlare di lampade-lampadine-vernici-bollette), ci interroghiamo sulla programmazione dei laboratori. Un punto fondante del nostro progetto, che unisce in qualche modo tutti i nostri tre percorsi precedenti.
Laboratori per scuole e biblioteche, laboratori per le famiglie del territorio: vogliamo una libreria a porte aperte, che sia casa accogliente per chi vuole sfogliare un libro, ma anche stimolo e punto di inizio per nuovi viaggi e scambi di conoscenze. Sicuramente saranno importanti la manualità, lo stimolo della fantasia e della visione. La scrittura, la trasmissione delle tecniche, ma anche momenti di confronto sui libri e di lettura.
Vorremmo che chi varca le soglie della nostra libreria, possa beneficiare di un tempo altro, ed è proprio il tempo la questione cruciale.
Abbiamo tenuto in ultimo la cosa principale: la Grande Scelta del nome.
In realtà, è venuto abbastanza spontaneo. Ci ha conquistato come un lampo, e da lì ogni altro nome sembrava avere qualcosa in meno.
Un giorno – forse non avevamo ancora neppure preso la decisione finale, se imbarcarci o no in questa impresa libraria – Veronica mandò un messaggio con alcune proposte di possibili nomi.
Titoli di libri, o personaggi di libri, tra un’Isola del Tempo Perso e l’altra c’era lei: Momo.
Chi di noi non aveva ancora letto il romanzo di Micheal Ende, chi conosceva solo il film, o il cartone, è corsa a comprarlo, dopo di ché, una riga dopo l’altra, ci è sembrato di ritrovare noi stesse, le nostre idee, i nostri sogni. Non bastavano matite e sottolineature: Va’ da Momo che ti passa è diventato più veloce di un fulmine il nostro slogan.