Agli innamoratidovrebbe esser vietato parlare di ciò che amano. Almeno perun po'. Bisogna dar loro il tempo di sedimentare l'emozione etrasformare il loro balbettio convulso in pensiero, in parolecondivisibili. Infatti, non parlerò molto diWilliam Kentridge e della sua mostra Vertical Thinking al Maxxidi Roma, che resterà aperta ancora per poco meno di un mese, fino al 3marzo.
Io cisono stato il 28 dicembre scorso, con alcuni amici illustratori. E citornerò oggi. La cosa più intelligente che vi posso dire è: mollatetutto, saltate sul primo treno per Roma, quando arrivate prendete untaxi, fatevi portare in via Guido Reni 47, pagate il biglietto e salitealla Galleria 5. Non sapete ancora perché, ma fatelo.
DiKentridge nulla sapevo (e questo la dice lunga sulla mia abissaleignoranza), se non che Guido Scarabottolo mi aveva parlato della mostrain toni insolitamente entusiastici per un tipo laconico come lui. Cosìmi sono fidato. E ho fatto bene. Questa mostra è una delle cose piùbelle che abbia visto negli ultimi anni.
Non è una mostragrande. Due animazioni: Preparing the Flutededicato al lavoro preparatorio per le scenografia del Flautomagico mozartiano prodotto dalla Monnaie (e passato anchealla Scala e io, scemo, me lo sono perso solo perché sono ignorante);e Zeno Writing, ispirato alla Coscienza diZeno di Italo Svevo). Una installazione: Therefusal of time, ombre in movimento proiettate su cinque schermisimultaneamente. E serigrafie, bozzetti preparatori, maquette.
La mostranon è grande e non ha pretese enciclopediche, ma richiedetempo e concentrazione. Come ho già detto, non sono ancora nellecondizioni di fare più che balbettare qualcosa di incomprensibile edisarticolato su quanto mi sia piaciuto quel che ho visto e di comemi sia sentito intimamente coinvolto. Da un confronto a distanzacon Anna Castagnoli è nata, però, una riflessione sul fascinodel disegnare-cancellare-ridisegnare, sulla capacità generativadel gesto di obliterare il segno. Quel segno che Kentridge,nell'animazione Preparing the Flute, raccogliecon le sue mani e trasforma nella delicata colombella dell'ariadi Papageno e che per successive cancellazioni e riscritture sitrasforma in fascinosa ed epica narrazione (questo, però, non lotrovate nel filmato qui sotto che si riferisce all'opera).
Ma visto chemi sembra di poter dire solo stupidaggini, vi lascio a Kentridge,che è sicuramente più eloquente di me. Ne riparliamo fraqualche anno, quando avrò ripreso un po' di lucidità.
Dal Flauto Magico
TideTable
AutomaticWriting
Felix inExile
Euna interessantissima visita al suo atelier.
Stereoscope