Incontri sul filo

[di Nora Nosia*]

Il 18 Novembre presso il Teatro del Lido di Ostia nell’ambito del Festival Leggimondi ha inaugurato la mostra Illustrare la leggenda ed è stato presentato il libro Il campanellino d’argento, edito da Topipittori e illustrato da Gioia Marchegiani. La storia è raccontata da Maria Lai che dalla versione originale di Salvatore Cambosu propone un finale differente. Esposte le tavole dell’illustratrice e delle vere e proprie istallazioni sul tema del racconto assieme alla proiezione di un video documentario sull’opera di Maria Lai nel suo paese natale Ulassai, dove la storia è ambientata.

Sono stata invitata a parlare in nome della mia lunga amicizia con Maria Lai: ho avuto la grande fortuna di conoscerla quando io avevo dodici anni e a partire da quel momento si è avviato un filo, un legame che è durato fino alla sua scomparsa nel 2013. In questa occasione ho preso consapevolezza del legame profondo con il messaggio di Maria, con il suo linguaggio, delle affinità elettive che non conoscono barriere di tempo e luoghi; ho capito che un artista è tale quando non afferma di esserlo ma lavora incessantemente superando il limite che l’arco della propria vita inesorabilmente pone.

La vita di un artista e la sua opera sono inscindibili: la scelta della solitudine come condizione necessaria, la curiosità e l’energia inalterate nel tempo, anzi in continua conferma attraverso il lavoro.

Maria Lai, donna, sarda, per poter affermare il suo essere artista ha scelto prima di lasciare la Sardegna per poi ritornare ritrovando proprio nella sua terra i temi della propria arte. Le numerosissime estati trascorse a Cardedu nella casa di famiglia dove Maria bambina ancor prima di imparare a leggere e scrivere era lasciata libera di disegnare sui muri bianchi con il carbone sperimentando il gesto che come lei stessa diceva coinvolge tutto il corpo, ebbene quelle estati hanno lasciato in me tracce profonde e se io oggi canto, mi occupo di arte e nutro la mia stessa curiosità lavorando accanto ad un’altra artista donna, Isabella Ducrot, forse lo devo a questa lunga amicizia.

Durante la presentazione del libro, che è un enorme omaggio a Maria nel senso più autentico, perché è un ponte verso l’oggi e il futuro rivolgendosi a un uditorio di bambini, si è aperta in me una nuova visione rispetto all’assenza fisica dell’artista: in fondo cosa importa che io l’abbia conosciuta e amata? Quello che conta oggi, a parte il senso di gratitudine che ho verso la mia storia personale che mi ha permesso di averla accanto per tanti e tanti anni, è che se Maria non è più presente, ora a parlare definitivamente nella storia sono i suoi lavori.

Grazie al lavoro di Gioia Marchegiani siamo già in un’altra fase che è quella che Maria avrebbe definito la strada verso l’infinito. Adesso ci è dato poter diffondere e rivedere quello che lei lascia e portare avanti un discorso e trovare nuovi significati, nuove forme, nuove sonorità. Credo Maria sapesse tutto questo, anche se non ho mai sentito da parte sua parole spese sul valore della sua arte o di se stessa in quanto artista; le parole agli altri, all’artista il gesto.

Gioia Marchegiani.

Nora Nosia.

Il campanellino d’argento è poi una storia emblematica, racconta che nessun percorso è possibile senza sgomento e solo perdendosi ci si può ritrovare. Il pastorello si dispera perché ha paura di aver fatto un errore fatale, teme questo errore ma secondo il finale che Maria ci propone è proprio da questa paura che sorge una nuova possibilità, un nuovo ritmo, la musica.

Un libro destinato ai bambini è un libro per tutti perché questa storia come tutte le favole verrà letta dai 'grandi' in quei momenti sospesi e preziosi, magari prima del sonno, in cui fortunato l’adulto che può e vuole leggere ai bambini come occasione di contatto con il bambino che è in lui, e l’arte è un gioco che a tutti è dato giocare.

Valentina Rizzi, Chiara De Angelis, Gioia Marchegiani, Nora Iosia.

*Nora Iosia è nata a Roma nel 1970. Musicista, cantante e insegnante AIGAM, è laureata in Lingua e Letteratura Italiana. Figlia di Federica Di Castro, critico d’arte e di Guido Iosia, scenografo-costumista per teatro e cinema. Organizza concerti per bambini con Allegro capriccioso, un ensemble da lei stessa creato, e tiene corsi presso l’associazione Il Melograno di Roma e la sede dell’AIGAM di Roma. Si dedica da molti anni al lavoro dell’artista Isabella Ducrot come assistente, con lei ha organizzato molte mostre: alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, in Italia e all’estero.