Illustrissimo signor Ministro,
la nostra libreria è ormai in dirittura d'arrivo con le consegne dei libri ordinati dalle biblioteche del nostro territorio, acquistate grazie alle disposizioni formulate dal suo Ministero con il Decreto ministeriale 267 del 4 giugno 2020: "Riparto di quota parte del Fondo emergenze imprese e istituzioni culturali di cui all’articolo183, comma 2, del decreto-legge n. 34 del 2020, destinata al sostegno del libro e dell’intera filiera dell’editoria libraria"
Grazie a questo decreto, le biblioteche non solo hanno potuto accedere a fondi straordinari, ma hanno potuto farlo senza i vincoli normalmente imposti dagli appalti di fornitura. Unico vincolo al quale sono state sottoposte era di effettuare l’acquisto da librerie del loro territorio: in poche parole, per la prima volta da molti anni, le biblioteche hanno potuto scegliere le librerie presso le quali fare i propri acquisti senza preoccuparsi dello sconto che avrebbero ottenuto. Ci ha fatto particolarmente piacere che, riconoscendo la funzione di questo stanziamento straordinario, l’Associazione Italiana Biblioteche abbia invitato i propri associati a rinunciare anche allo sconto massimo del 5% che la legge prevede per gli acquisti di libri al dettaglio (invito accolto dalla maggior parte delle biblioteche) E ancor più piacere ci ha fatto la sensibilità mostrata da alcune imprese di distribuzione libraria, che hanno deciso autonomamente di concedere alle librerie indipendenti un maggiore sconto proprio sui libri forniti alle biblioteche in forze dal decreto 267.
Dunque, la prima conseguenza del provvedimento da lei promosso e attuato è l'immediata e benefica ricaduta economica che permetterà a molte librerie di superare con meno danni un anno drammatico, che giunge a conclusione di un quinquennio già difficile, durante il quale hanno cessato l’attività 2300 librerie.
Dall’altra parte, proprio il beneficio del quale le librerie hanno usufruito grazie al Decreto mette in evidenza un problema legato alle modalità definite dalla legge per la fornitura di beni e servizi alle pubbliche amministrazioni. Le biblioteche italiane sono tenute ad acquistare i libri presso l’impresa vincitrice di una gara d’appalto il cui unico parametro di riferimento è lo sconto che viene garantito sul prezzo di copertina. Questa gara al ribasso esclude automaticamente le librerie dalla possibilità di aggiudicarsi forniture, che sono quasi monopolizzate da grossisti dotati di un potere negoziale maggiore nei confronti dei distributori.
Da questo stato di cose patiscono conseguenze negative non solo le librerie, che perdono la possibilità di accedere a un segmento molto importante del mercato ma, come ci hanno chiaramente dimostrato gli effetti del decreto 267, anche le biblioteche. Infatti, che cosa è accaduto? Grazie ai fondi straordinari e alle disposizioni formulate per il loro utilizzo, le biblioteche hanno potuto selezionare il proprio fornitore (e in qualche caso più fornitori) sulla base di parametri non solo monetari, ma anche culturali, di competenza e di professionalità. Per la prima volta da che la nostra libreria esiste, abbiamo interagito con i bibliotecari, li abbiamo consigliati, abbiamo dato loro modo di scegliere i libri da acquistare non su un listino digitale privo di informazioni diverse da quelle minime necessarie per identificare l’opera, ma dopo averlo visto, letto, sfogliato, spesso insieme a noi.
Di conseguenza, riteniamo di aver offerto alle biblioteche che si sono rivolte a noi – e siamo convinti che questo valga anche per tutte le biblioteche che si sono rivolte a librerie indipendenti - un valore aggiunto che compensa almeno in parte la maggiore spesa rispetto a quella che le biblioteche stesse avrebbero sostenuto acquistando gli stessi libri per i canali abituali. Un ulteriore beneficio non direttamente economico è legato al fatto che da questi scambi, da questi confronti fra librai e bibliotecari sono nate nuove iniziative, ipotesi di collaborazione, utili scambi di informazione tesi a vivacizzare culturalmente i territori nei quali operiamo.
Ci è assolutamente chiaro il fatto che questa iniziativa è stata straordinaria, dettata da circostanze che speriamo irripetibili, e siamo anche consapevoli del fatto che non sia auspicabile un totale arbitrio da parte delle biblioteche nella scelta del fornitore. È giusto che queste scelte siano ispirate alla massima trasparenza e definite secondo criteri equi e non equivocabili. Ma, d’altra parte, ci pare che sia un peccato, oltre che un danno per le istituzioni e per la collettività, impedire alle librerie e alle biblioteche di sviluppare una positiva relazione commerciale che aggiunga valore alle scelte di acquisto e ottimizzi – per una via non solamente monetaria - la spesa per l’aggiornamento del catalogo.
Per ottenere questo risultato, senza escludere gli attori che attualmente monopolizzano questo mercato, si potrebbero esperire due strade. Da una parte, come già avviene per le vendite al consumatore finale, istituire un livello massimo di sconto applicabile alla categoria merceologica “libri” anche nelle vendite alle biblioteche, come già avviene in altri paesi europei quali, per esempio, la Francia; e, dall’altra, individuare chiari e non equivocabili parametri qualitativi che giustifichino e compensino la maggiore spesa che le biblioteche dovrebbero affrontare. Tali criteri potrebbero fare riferimento alla competenza e alla professionalità dei fornitori, oltre alla disponibilità materiale dei libri per la visione e l’esame da parte dei bibliotecari. In un contesto siffatto, maggior significato acquisirebbe la lodevolissima idea di istituire un Albo delle Librerie di Qualità presso il Ministero da lei governato, come previsto dalla Legge n. 15 del 5 febbraio 2020.
Illustre signor Ministro, siamo librai indipendenti, gelosi e orgogliosi della nostra indipendenza. Per questa ragione non reclamiamo provvidenze, sussidi, sovvenzioni o facilitazioni. Vorremmo però che ci fosse data la possibilità di far valere la nostra competenza e la nostra professionalità anche nel rapporto con le biblioteche. Ma non potremo farlo finché le norme che regolano le modalità di fornitura delle biblioteche non terranno conto anche degli aspetti qualitativi del servizio che potremmo rendere a una delle istituzioni più importanti per la crescita culturale del Paese.
Per questa ragione, pur sapendo che il tema non è di sua esclusiva pertinenza, ma contando sulla sensibilità che ha mostrato rispetto alle esigenze delle librerie, le chiediamo di attivarsi per far sì che vengano rivisti i criteri e i parametri per l’assegnazione degli appalti di fornitura alle biblioteche, introducendo una valutazione di qualità del servizio prestato dal fornitore anche in termini culturali.
Nel ringraziarla le porgiamo i più distinti saluti
Spazio Libri La Cornice
Tommaso Falzone
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