[di Marta Sironi]
Alle tante e valide proposte avanzate da questo stesso blog per regalare un libro a Natale, vorrei aggiungerne una: anchetra i bambini c’è chi se lo aspetta e lo desidera.
Selma Lagerlöf, in un racconto autobiografico di recente pubblicato anche in Italia nella raccolta titolata appunto Il Libro di Natale (Iperborea, 2012), ricorda il Natale dei suoi dieci anni e i suoi piùvivi desideri di allora: “So bene, ma così bene, quel che vorrei. Non sono belle stoffe per vestiti, né pizzi, né broccati, né pattini da ghiaccio, né caramelle o cioccolatini”.
La notte della Vigilia di Natale è tradizione di casa Lagerlöf stare sveglia leggere:
Vedete, devo dire che c'èuna tradizione a Mårbacka, che quando si va a dormire la Vigilia di Natale si ha il permesso di avvicinare un tavolino al letto, metterci sopra una candela, e poi leggere finché si vuole. Questa è la più grande di tutte le gioie di Natale. Non c'è niente di più bello che starsene lì sdraiati con un bel libro avuto in regalo, un libro nuovo che non si è ancora mai visto e che nessun altro in casa conosce, e sapere che si può leggere pagina dopo pagina finché si riesce a stare svegli. Ma cosa si fa la notte di Natale, se non si sono ricevuti libri?
E inizia con questo atteggiamentoe chiarezza d’intenti a scartare con emozione i pacchetti trovandotutti gli strumenti più raffinati per il ricamo, tutto quello che serve per ‘iniziarla’ a una futura vita di piccola donna, ma non quell’unico ‘chiaro desiderio’ che la renderebbe semplicemente felice.
Per fortuna la forma dell’ultimo pacchetto è inconfondibile: “Eccomi davanti il più bel libro delmondo, un libro di fiabe”.
Ma quando la piccola Selma prova aleggerlo non capisce niente e ci vuole la mamma anche solo per il titolo: Nouveaux contes de fées pour les petits enfants par Madame la Comtesse de Ségur. La delusione si stampa in faccia alla bimba che si abbandona alla più amara delle considerazioni:
Ricevere un libro in francese è quasi peggio che non riceverne neanche uno. Faccio fatica a trattenere le lacrime.
Ma per fortuna mi cade l’occhio su una figura. La più incantevole principessina del mondo viaggia su una carrozza tirata da due struzzi e, a cavallo di uno dei due struzzi, c'è un paggetto in alta livrea con lo stemma ricamato e le piume sul cappello. La principessima ha le maniche a sbuffo e una sontuosa gorgiera. Gli struzzi hanno in testa alti pennacchi e le redini sono ornate di grosse catene d'oro. Non si può immaginare niente di più bello.
Man mano che sfoglio, trovo un vero e proprio tesoro di illustrazioni: altere principesse, re maestosi,nobili cavalieri, fate raggianti, orribili streghe, meravigliosi castelli fatati. No, non è un libro per cui piangere, anche se è infrancese.
Per tutta la notte di Natale me ne sto sdraiata a guardare le figure, soprattutto la prima, quella con gli struzzi. Mi basta quella per passarci ore.
Gustave Doré, illustrazione per Histoire,de Blondine de Bonne-Bleu et de Beau-Ninon.
Costretta dalle circostanze, la piccola Selma scopre, così, il potere narrativo delle illustrazioni e passala notte di Natale a guardare quelle splendide figure, immaginandosile storie che intendono raccontare. E il giorno di Natale, con l'aiutodi un dizionario di francese, dà la scalata alla misteriosa lingua del testo.
La fine non ve la racconto. Magari la leggerete stasera, a letto, con accanto un tavolino e sopra una candela. Buon Natale.
Gustave Doré, illustrazioni per Histoire de Blondine, de Bonne-Bleu et de Beau-Ninon e per Le bon Petit Henri.
Per Nouveaux contes de fées pour les petits enfants par Madame la Commesse de Ségur Gustave Doré realizzò 34 illustrazioni: 14 per la versione di serie e 20 per la prima edizione (Hachette, 1863).