A voltericeviamo dei messaggi che, oltre a farci un immenso piacere, ci divertonomolto. Come questo, che ha come oggetto: Un saluto in unamattina di sole e bei libri, che ieri ci ha mandato Vera Salton. Vera è, fra moltealtre cose, la proprietaria della libreria Il treno di Bogotà di VittorioVeneto, che, forse ricorderete, lo scorso ha avuto molti problemi acausa di un grave allagamento. Ma, a quanto pare, è vero che da certecrisi si esce più tosti e pimpanti che mai.
Con Vera e altri amici librai ci siamo visti inFiera, a Bologna, durante un incontro voluto e condotto da Giovanni Nucci, a chiacchierare di vendite,libri e strategie comuni fra librai ed editori indipendenti. Credo chetutti ci siamo resi conto, una volta di più, proprio in questa occasione,di quanto avere contatti, confronto, dialogo e relazioni fortisia fondamentale, oggi, e come questo sia possibile grazie aimedia a disposizione che ci permettono scambi importanti di contenutiin tempo reale.
Questa lettera va in questosenso, soprattutto per come esprime l'apprezzamento e ilsostegno, cosa per noi molto importante, per il lavorosvolto in questi anni, scegliendo di promuovere il nostrocatalogo attraverso una pubblicazione diffusa gratuitamente, ilCatalogone, strumento diapprofondimento e analisi dedicato al tema delle parole e le immagini,che ha individuato specificamente nei librai specializzati i suoiprimi interlocutori (del nuovo volume parleremo qui a brevissimo). Perquesto la condividiamo con i nostri lettori.
Molto interessante, fra le righe del messaggio, èanche leggere come i libri in ogni lettore trovino un canale unicoe prezioso che permette di rintracciare nuovi riferimenti, idee,esperienze, nessi fantastici. Insomma: grazie Vera! Senza di te nonavremmo mai saputo chi è quell'omino strano che saluta dalla finestradella tavola di Scarabottolo.
CiaoGiovanna,
ho appena finito di guardarei vostri nuovi libri, appena arrivati, uno più bellodell'altro! E volevo dirti che l'edificio mai costruito di Cose che non vedo dalla miafinestra mi fatto sorridere, perché un paiodi settimane fa sono stata nelle Marche, a Corinaldo, dove vi èuna casa dalla storia particolare, e visto che la tavola di GuidoScarabottolo mi ci ha fatto pensare, ho deciso di scrivertene, gratacome sempre per le belle emozioni che ci regalate. Ho guardato ilCatalogone, studiato direi, perché non si finiscemai di imparare, e perché fa scoprire e ricordare cose che non sierano mai osservate o che si erano appunto dimenticate. Un graziedoppio quindi.
E un abbraccio,
Vera
Foto di MarcoLorenzetti |
Lacasa di Scuretto
Gaetano, detto Scuretto,era un ciabattino a cui piaceva molto "l'arte dionisiaca". Aveva unfiglio, emigrato in America per far fortuna, che periodicamnete glimandava del denaro per poter costruire una casa a Corinaldo. Questi denariandavano però a finire nelle osterie del paese tanto che il figlio,insospettitosi per la lungaggine dei lavori di costruzione, chiese alpadre una foto della nuova casa. Scuretto non si perse d'animo e siorganizzò così: costruì la facciata, ci mise il numero civico e sifece fotografare affacciato alla finestra. Arrivarono ancora soldi, ma lacasa rimase così com'è, senza solai, pareti di fondo e tetto. La poteteammirare a circa metà della via Piaggia.