Mani festa!

[di GuidoScarabottolo]

Purtroppoil manifesto è morto.
Non si sa bene, ma a un certopunto i manifesti hanno cominciato a sparire.

Quelli politici appaiono solo in tempo di elezioni e sono…(omissis)… foto di persone accompagnate da unsimbolo e, a volte, da una frase …(omissis); il tuttocondito da una grafica …(omissis).
Quellipubblicitari hanno perso la loro importanza a causa della tv prima e di internet poi e, essendo caduti in miseria, hanno perso ancheeleganza e dignità (grafica, s’intende, altra dignità non hanno maiavuta).
Quelli “del cinema”, quelli teatrali… ormai se nestampano una o due copie che stanno all’ingresso delle sale per farticapire dove devi entrare.

Quelliper le mostre, chissà perché, hanno perso la pazienza, devonodire tutto subito: chi ha pensato che si poteva fare la mostra,chi ha messo a disposizione lo spazio, chi ha fatto il catalogo, chiha fatto lo sconto sulla carta del catalogo, chi ha fatto lo scontosulla stampa del catalogo, chi ha fatto lo sconto sul trasporto delleopere e dei personaggi che le hanno accompagnate, chi ha fatto losconto sull’albergo che ha ospitato i suddetti personaggi, chi sioccupa di far sapere che c’è una mostra, chi ha dato il patrocinio,qualunque cosa si intenda con patrocinio, con il risultato che si puòcapire quanto i suddetti hanno litigato per apparire con maggioreevidenza e consolarsi per non riuscire a capire di che mostra sitratta, dove è e quali sono gli orari.



Non so se succeda così anchealtrove, ma in Italia vedo che è così. Parlo dei manifestipubblici.

Poi ci sonografici che hanno nostalgia dei manifesti che si inventano delleoccasioni, tipo la nascita di un nuovo carattere tipografico, o i150 anni dalla nascita dell’Italia, e producono dei bellissimimanifesti privati che poi mandano ai concorsi internazionali permanifesti.
Oppure pubblicano sui blog, che non costa nientee si può fare. Qualche volta riescono anche a fare una mostra dimanifesti, col suo bel manifesto che viene stampato in due o trecopie e affisso all’ingresso della mostra.

Poi c’è anche un editore (donna) che ha convinto un grafico (donna) a fare un librocon i disegni di un illustratore (uomo) che bambini di tutti itipi potessero utilizzare per progettare e realizzare manifesti,privati o addirittura segreti, visto che quelli pubblici non è ilcaso.

Alcunepagine del libro sono esempi di manifesti già fatti, alcune sonosfondi più o meno illustrati, altre contengono disegni da ritagliaree incollare sugli sfondi, altre ancora contengono parole da aggiungerealle immagini.


Non so bene cosa avesse in testa l’editore e che cosaavesse in testa il grafico, ma io, che sono l’illustratore,posso tentare di giustificarmi.




Credo chemettere insieme immagini e parole, a parte essere molto divertente,acquisterà sempre maggiore importanza col passare del tempo,perché i mezzi che abbiamo a disposizione per comunicare stannocambiando molto rapidamente e mi sembra tendano ad una integrazionetra parola e immagine sempre maggiore.


Un libro come quello di cui parlo non serve tanto a faremanifesti quanto a prendere confidenza con il modo di costruire lacomunicazione che i manifesti presuppongono (però non ditelo aibambini, che se no si annoiano): avere qualcosa da dire e dirloin modo conciso senza sacrificare la complessità, comprensibilesenza sacrificare l’intelligenza e attraente per tutti ilivelli di “gusto”, utilizzando il potere delle immaginiinsieme a quello delle parole.




Siccome poiil libro è uscito, ne approfittiamo per fare una festa, da Spazio b**kin via Porro Lambertenghi 20 a Milano, giovedì 22 maggio dalle 18,30. Unafesta che si chiama Mani festa di cui potete saperetutto qui. E segnatevi ancheche venerdì 30 maggio, a Roma, in occasione diTribù dei lettori, a Casina diRaffaello, alle ore 14, terrò un laboratorio di manifestisegreti: vi aspetto coi vostri bambini.