Un concerto a quattro mani: Alicia.

Un libro illustrato è fattodi tante voci. Due molto importanti sono quella dell’autore equella dell’illustratore. In che modo queste si ascoltino, sileggano reciprocamente, si intreccino, si armonizzino, agiscanoe interagiscano l’una con l’altra, condividendo visioni,ritmi e immaginario in funzione del racconto, è difficilestabilire. In ogni coppia creativa questo avviene secondomodalità diverse.
Per presentarvi Cielobambino, abbiamo pensato di illuminarequesto aspetto della collaborazione, chiedendo ad AliciaBaladan e AlessandroRiccioni, illustratrice e autore del libro inquestione, di rispondere a queste domande.
Questesono le risposte di Alicia. Giovedì, il punto di vista diAlessandro.

Che cosa delle poesiedi Alessandro ti ha più colpito e interessato dal punto di vistavisivo?
Direi il movimento. Sono testi ritmici,in balia della luna, come le maree. Come quando si culla un bimbo,in quasi tutte le poesie c’è un andirivieni. Ho sentito che inqualche modo le immagini dovevano spostarsi, ruotare, ballare alritmo delle frasi, fare un fumetto all’interno di ogni doppiapagina, in una formula diversa.


Da qualiaspetti sei partita per articolare la tua narrazione, e quali hai ritenutipiù proficui da  sviluppare?

È più facilefarlo che rispondere. Credo di aver lavorato sulla sensazione. Ho fattodei disegni rapidi, come appunti, riferiti alla sensazione che ognipoesia mi dava. Tali disegni, presi singolarmente, appaiono persinofuori tema. Di base pero, ogni doppia pagina ha quell’appunto, conl’aggiunta di elementi più specificamente legati aparole e frasi effettivamente presenti nelle due poesiepresenti per ogni singola tavola.


C’è statoun tema, un elemento centrale intorno a cui, partendo dalle parole per poiprendere il largo, hai lavorato in particolare? 

Dall’inizio alla fine del libro ho voluto far crescere(invecchiare) i protagonisti, uno in particolare, perché i testipur non essendo in una sequenza di giorno e notte o di stagioni mihanno dato il senso del tempo. Diciamo che all’interno di ogni doppiapagina c’è qualcosa che inizia e finisce, che io ho sentito nel ritmodelle poesie come una sorta di gioco, nel frattempo dalla prima paginaall’ultima c’è qualcosa che non si ferma e forse è legata al temastesso, alla curiosità infinita per questo cosmo, a quella che hannoi bambini, e allo stile di Alessandro.

Chelibertà, rispetto ai testi, ti sei presa, visivamente, per raccontareallo sguardo dei lettori i temi del cielo, della meteorologia,dell’astronomia, delle stagioni?
Penso moltalibertà, dal sole mongolfiera alla luna che è anche un buco apertonel buio. I temi del cielo mi appassionano, e le poesie di Alessandrosono ricchissime di immagini non didascaliche che suggeriscono incontinuazione altro. Tecnicamente ho trovato necessario, a differenzadi altri miei lavori, caratterizzare gli spazi in cui i personaggisi muovono, lasciare il tratto del disegno, un tentativo questodi far fluttuare l’azione e meno il soggetto, proprio perché itesti già di per sé sono simbolici.