È l’albero che dà la vita

Qualchetempo fa, Isabella Meninnoci scrisse per metterci al corrente che alla scuoladell'infanzia AnnaFrank di Reggio Emilia, dove lavora comeatelierista, genitori, insegnanti e bambini stavanoallestendo uno spettacolo tratto dal nostro libro Gliuccelli. Fummo orgogliosi che un’iniziativa cosìinteressante potesse nascere da una nostra scelta editoriale. Ma nonsolo: il modo in cui Isabella descrisse quel lavoro, le parole che usò,ci fecero pensare che sarebbe stato bello sapere di più di quel cheaccadeva in quella scuola. Così le proponemmo, in futuro, di mandarcialtri materiali sulle attività che vi si svolgevano. Mai come oggi,a nostro avviso, è importante mettere in luce la qualità del lavoroscolastico.

Alcuni giorni fa, ecco arrivarciil file di un libro dal titolo È l’albero che dà lavita: edizione realizzata dai bambini sotto la guida dellemaestre Ines Cucchi, Cristina Vadacca,Teresa Napolitano; di Isabella,appunto, in veste di atelierista, e della pedagogistaPaola Strozzi.

Qualchegiorno fa abbiamo postato unarticolo in cui parlavamo della necessità di spingere i bambinie i ragazzi, prima ancora che alla lettura, ai modi e ai tempi necessarialla costruzione di parametri utili a leggere quel che è intorno a loro,per stabilirne il valore. Ecco: nelle pagine di questo libro si cogliequesta volontà al lavoro, si percepiscono il silenzio, il pensiero el'attenzione all'opera, e la qualità di una creatività mai fine a sestessa, ma strumento di precisione volto all'indagine del mondo.
Siamo contenti di mostrarvene alcune parti e di farvi leggere alcunibrani tratti da questa pubblicazione che davvero dà conto della nobiltàdi quel che può significare “fare scuola” (per leggere i testi,cliccate sulle immagini).

Un giardino non è solo uninsieme di piante e nemmeno un albero è un insieme di foglie. Ogni fogliarisponde alla vita in modo diverso, assumendo forme e colori dettati da unsusseguirsi di sole, ombra, temperature, pioggia, vento, neve. Ogni fogliaè diversa dall’altra seppure legata dalla familiarità all’alberomadre. I misteri del tempo, dell’appartenenza, dell’invecchiamentosono diventati altre chiavi, altre lenti di ingrandimento che hannofatto affezionare i bambini ai luoghi abitati. Il mistero si dipanavasotto i loro occhi solo nel susseguirsi dei giorni. Il disseccamentodelle foglie non passava più inosservato ma valutava la capacità diun essere-foglia di resistere al tempo e trattenere acqua attraverso lesue venature. Insieme ai bambini ci siamo appassionati anche noi. Forseancora non possiamo dire di aver aperto un progetto, ma di aver gettatosolide basi per farlo. La bellezza dei loro disegni è indubbia. Le loropitture sono di una bellezza fuori dallo stereotipo, dove si incontranoforme personalissime di foglie; dove in ogni foglia, convivono più diun’immagine di foglia, in un misto di astrazione e libertà compositiva,dove il colore è usato con decisione e grazia, dove i bambini dicono,senza dirlo: e chi ha detto che una foglia è verde? È da qui che ciinteressava partire, da una visione personale, costruita nel tempoda ciascuno di loro, dalla sorpresa delle insegnanti di trovare ungruppo così interessato e capace in questo modo di rivisitare anchele cose più visitate....

(branotratto dall'introduzione Tempo della comprensione,di Isabella Meninno)


Il  nostro modo di vedere le cose è influenzatoda ciò che sappiamo o crediamo [...] ciò che guardiamo è, sempre,il rapporto che esiste tra noi e le cose.”
JohnBerger, Questione di sguardi

Nel quarantennale giardino della nostra scuola glialberi ci accompagnano con la loro presenza, offrendoci bellezza,maestosità, testimonianza di un ciclo di vita che si ripete attraverso lestagioni. Sono presenze  preziose che hanno saputo incuriosiree affascinare i bambini. Il giardino è diventato così un luogo diricerca dove sviluppare quella sensibilità empatica ed ecologica chesappiamo appartenere ai bambini ma che deve essere cura della scuolasaper coltivare ed espandere Alternando momenti di esplorazione nelparco e di riflessione attraverso diversi linguaggi: quello verbale,ma anche quello grafico e costruttivo con la carta, la creta, il filodi ferro e la luce, i bambini hanno riflettuto sulla circolaritàdegli eventi naturali, sui segni di vita che possiamo leggere sullecose. Anche una proposta apparentemente tanto semplice come avvicinarsialle foglie che in ogni stagione si posano sul cortile della scuola,mettendole in relazione a diversi contesti di vita, crediamo possarappresentare per i bambini un modo aperto, diremmo quasi etico ea tutto tondo di avvicinarsi alle cose, conoscendole e cogliendoneanche da soli la complessità. 


Leesplorazioni dei bambini in giardino vengono riprese e amplificatedentro la scuola.
Le foglie raccolte vengono osservate,catalogate nella ricerca di similitudini, differenze, identità. Ciòche più ha fatto discutere i bambini è stato il ‘segreto’ dellefoglie: nel tempo cambiano colore, si seccano, si accartocciano esi trasformano. Una vera e propria magia!
Una confermadi una “sensibilità accresciuta” da parte dei bambini,ci pare di averla colta nel cambiamento del loro atteggiamentonell’esplorazione del giardino. All’inizio le foglie erano soloqualcosa di interessante, sì, ma differenziate solo per forma, unpo’ indipendenti dall’albero che le ospitava. Ora sulla vita deglialberi e delle foglie i bambini hanno costruito ipotesi e teorie. Siinterrogano sulle loro identità e caratteristiche. È emersa con forzala capacità dei bambini di stabilire un contatto, un dialogo sottilee profondo con l’albero, la capacità di cogliere diversi elementitutti in relazione tra loro. 


Abbiamocurato con attenzione il linguaggio grafico attraverso il quale ibambini potevano continuare ad interrogarsi e a costruire ipotesi sulcambiamento.
Riproducono una foglia accartocciata conla carta, riuscendo a dare forma e visibilità a un concetto moltoimportante nella vita dell’uomo e vicino anche alle curiositàe passioni dei bambini: il concetto di trasformazione. Infineritornano alle foglie secche con una visibilità inaspettata enuova.
Questa pubblicazione vuole rappresentare unaprima provvisoria sintesi dell’esperienza di incontri nel parcoattraversata nei primi tre mesi di questo anno scolastico. Provvisoriaperché continueremo a seguire le evoluzioni della vita dellefoglie e degli alberi attraverso l’inverno e la successivaprimavera.

(brano tratto dall'introduzioneTempo al tempo, di  Ines Cucchi,Cristina Vadacca,Teresa Napolitano).