Quando eravamo piccole, io e mia sorellaci dedicavamo con un certo fanatismo ad attività naturalistichevarie, supportate da libri su animali e piante. Uno di questi libriera la mia Bibbia: I racconti del naturalista diAngelo Boglione, edizioni ERI (cioè RAI: infatti, il libro nasceva da unprogramma televisivo per ragazzi che però non ho mai visto, perché inonda alcuni anni prima che nascessi). Da poco l'ho recuperato in cantinaper controllare alcune cose sulle rane, mentre stavamo lavorandoal fumetto di Michele Petrucci per Gli anni in tascagraphic, che si intitola, appunto, A caccia dirane.
Gli animalia noi piacevano tutti, dai più esotici ai più comuni. Rane egirini erano un rito fisso di una religione esclusivamente estiva,officiato con secchielli e tinozze di vario genere e misura. Unavolta misi un ragno in un vasetto vuoto di marmellata e perun po' lo sottoposi a una dieta ingrassante di mosche soloper vederlo correre lungo i fili della ragnatela al segnaledella più lieve vibrazione.
Al mare sul litorale laziale, coi miei, ogni mattina mentrefacevamo colazione, l'intera famiglia si paralizzava per unabuona decina di minuti: il tempo necessario a una lucertolaabitudinaria di consumare fra i nostri piedi uno spuntino abase di briciole e formiche.
Ricordo perfettamente quando,in un campeggio in Toscana, sul far della notte, scoprii in presadiretta che le cicale, al momento di diventare adulte, escono in abitoda sera dal corpo di un essere orrendo che rimane, secco, lugubre evuoto, lì dove la nuova creatura lo dimentica. Fu una rivelazione:come si poteva essere così crudeli e snob da far finta di non avermai frequentato se stessi? Una grande lezione sulla necessità delcambiamento.
Insomma, non è strano che qualchemattina fa, mi sia arrivato un messaggio da mia sorella che cosìdiceva: «Conosci Minuscule? Guarda qui.»
Ho guardato e quelche ho visto mi ha deliziato, divertito, incantato. No,non conoscevo Minuscule. Creata daHélène Giraud e Thomas Szabo, Minuscule. La vie privée desinsectes, è una serie animata di 78episodi nata nel 2006 e trasmessa su France 2 (in Italia su Rai YoYo) che mescola ambientazionireali e animazioni 3D (serie in corso di diventare filme che molto deve al bellissimo documentario francese Microcosmos. Le peuple de l'herbe). Mentre guardavo questa animazione, ho pensato che bruchi e affinisono personaggi irresistibili per i bambini. Sarà perché sono piccoli egoffi mentre tutto quello che è intorno a loro è immenso e all'apparenzaperfetto? Sarà perché i loro corpi sono sempre alle prese con ilcambiamento che dentro spinge, preme, gonfia, scalcia? Non so, ma autorigeniali hanno capito questa consonanza bruco/bambino e le hanno dedicatoaltrettanto irresistibili libri. I cartoni di Minusculededicati ai bruchi mi sembrano raccontare storie molto simili alleloro. Il cartone che avete appena visto, mi ha fatto venire in mente ilmagnifico, Inch by inch di Leo Lionni, in italianoIl BrucoMisuratutto.
Qui un minuscolo bruco di quellidetti misuratori, spinto non dalla fame ma dall'istinto di sopravvivenza,passo dopo passo, ma con grande determinazione, attraversa metodicole pagine, sfidando e misurando creature enormi e perciò minacciose,fino a mettersi in salvo dalla più aggressiva e astuta di loro. Se lalionnesca sfilata di uccelli è bellissima, le pagine in cui vediamosolo prato e prato e prato sono le più cariche di emozione. Ed èincredibile come un'immagine sempre identica con un solo piccolo elementoa variare, e tuttavia essenziale, cioè il minuscolo protagonista, riescaa creare una tensione narrativa tanto potente. Miracoli di una trama bencongegnata.
Il cartoneMinuscule che avete appena guardato, invece,mette in primo piano la fame insaziabile dei bruchi, effettodell'impulso alla metamorfosi da cui sono dominati. E questotema naturalmente è quello che si trova nell'impareggiabileThe very hungry caterpillar, ovvero Il piccolo bruco mai saziodi EricCarle (se volete ascoltare la sua lettura del libro,qui. Qui, invece parla del libro).
EricCarle, Il piccolo bruco mai sazio,Mondadori.
Anche in questo caso, l'autore gioca con il tema della misura e delladismisura: la sequenza numerata dei frutti che il bruchino trova perstrada e divora con innocente ingordigia è un'escalation di voracitàal limite della bulimia e culmina in una esilarante fila di alimentimolto umani: formaggi, gelati, torte, salami wurstel, muffin, leccalecca, angurie...
EricCarle, Il piccolo bruco mai sazio,Mondadori.
Una sequenza alimentare folle e disordinatatamente allettantecon cui ogni bambino degno di questo nome ha fatto i conti almeno unavolta nella vita, per finire, la sera, a letto con una indigestioneepocale. Cosa che capita puntualmente al piccolo bruco. Ed è aquesto punto della storia, infatti, che Carle strizza l'occhio allettore, rivelando per un attimo chi si nasconda davvero in quel corpoverde e goffo, e che senso abbia quella incredibile trasformazionea cui a breve sarà destinato.
In La melae la farfalla anche Iela Mari racconta una metamorfosi. Lo fa conocchio scientifico e nitore grafico. Ma anche qui, con ironia sopraffina,l'autrice lascia al bambino lo spazio di un'identificazione forte: quellaminuscola formica che assiste come casuale spettatrice all'uscita delbruco dalla mela e alla sua meravigliosa discesa appeso a un filo di seta,mi ha fatto tornare in mente con quale stupore mi capitava di osservarequel che animali piccolissimi e apparentemente insignificanti sapevanoe riuscivano a fare, rivelando abilità perfette e poteri eccezionali:la cicala del campeggio, le rane, i ragni, le lucertole.
IelaMari, La mela e la farfalla,Babalibri.
IelaMari, La mela e la farfalla,Babalibri.
Senza quella formica a far da testimone, la metamorfosi delbruco avrebbe un senso completamente diverso. Che qualcuno ci guardicrescere e cambiare, e che noi a nostra volta osserviamo qualcunocambiare e crescere, rende quello che è un naturale processofisiologico una vera, travolgente avventura. Una storia, cioè,bellissima che non ci saziamo mai di ascoltare.