Lettera aperta a Stefano Boeri

Aggiornamento (21 novembre, ore8:39) - Ringraziamo l'assessoreStefano Boeri per aver dato un immediato e gradito riscontro a questalettera aperta, invitandoci a un incontro/confronto. Vi terremoaggiornati sugli esiti.


Gentile Assessore,
domenica scorsaè terminato BookCity: tre giornate che Milanoha finalmente dedicato al libro. Le iniziative, di cui abbiamo parlatoqui, e che ci riguardavano sonostate tutte positive: affluenza, interesse, confronto vivace eaperto. Molti sono venuti ad assistere al gruppo di lettura suglialbi illustrati Ci vediamo alle nove da Babar,che per l'occasione si è svolto pubblicamente a Villa Necchi Campiglio, seded'eccezione, generosamente prestataci dal FAI, da sempre sensibileai temi della bellezza e dell'arte. Sempre a Villa Necchi,si sono tenuti laboratori e letture sul tema dell'arte: bravii ragazzi dell'Accademia dei Filodrammatici, che hanno lettoai bambini i libri nostri, di Babalibri e di Carthusia.

E altrettanto brave, le ragazzedi Illustrazioni in corso,che intorno all'idea di libro come opera d'artehanno creato un laboratorio coinvolgente e appassionante. Il convegno che si è tenuto domenicamattina al Centro di Documentazione 0-6, sul tema libricartacei/libri digitali è stato una sorpresa, per la qualitàdegli interventi e del pubblico: numerosi genitori, preparati ecompetenti, bravi a scambiare idee con professionisti del settoread armi pari sui temi della lettura, dell'intrattenimento, delgioco, dell'educazione. Davvero un incontro prezioso per tutti eper questo ringraziamo l'organizzatrice, Anna Pisapia che, insiemeFrancesca Archinto di Babalibri, l'ha ideato e ci ha invitati apartecipare.

E, inevitabilmente, data la buonariuscita di questi eventi (interamente finanziati e promossi da chili ha organizzati, cioè da noi e dagli altri editori di libri perbambini coinvolti), viene da chiedersi: quanto più sèguito avrebberoavuto, se avessero ricevuto più attenzione? Non sono in fondo,un po' occasioni sprecate, se già con il minimo indispensabiledell'informazione, cioè quella che sta in noi fare con la nostrapotenza di fuoco limitatissima, hanno successo? Quanto ne potrebberoavere realisticamente se fossero meglio supportate e promosse?

Da questaesperienza sono scaturite alcune riflessioni, che ci fa piacerecondividere con lei, Assessore.
In queste rare occasionimilanesi in cui le cose si fanno e si muovono, si riscontra, ogni voltapuntualmente, che fame abbia il pubblico di conoscere e avvicinarela letteratura per bambini e ragazzi, cioè di incontri e di eventidi buona qualità, quanto bisogno ci sia di confronto, informazione eformazione. Sono moltissimi i genitori, gli insegnanti, i bibliotecari,i librai, ma anche i semplici amanti della lettura e dei libri, chesono interessati ad approfondire un campo che nel nostro paese continuainspiegabilmente a rimanere una sorta di riserva indiana per esperti,e questo paradossalmente nonostante sia l'unico settoredell'editoria in crescita costante.

Ma evidentemente se a questo settoresi attribuisce valore commerciale, gli si riconosce scarsissimovalore culturale. E questo sebbene sia noto a tutti che un paeseprogredisce quanto più investe sulla formazione culturale, e quindisulla lettura, rivolta ai bambini e ai ragazzi: fattore di crescitaeconomica potentissimo.
Oggi Il Corriere dellaSera ha dedicata una intera pagina alla storia di unasconosciuta signora che, come terapia post-divorzio, ha creato unalinea di cioccolatini di successo. Bravissima, niente da dire. Ma quandoavremo il piacere di leggere una pagina dedicata a un libro per ragazzi,a un editore, a un autore o a un illustratore altrettanto sconosciuti,ma protagonisti di vicende fortunate e degne di attenzione?

Mai, a stare all'esperienza. Una giornalista di unsettimanale mi spiegò un giorno la resistenza della carta stampataa parlare di libri per bambini: «Meglio non parlarne: nei genitoriil solo nominare la parola bambini scatena sensi dicolpa, e i lettori non devono essere turbati.» Ma davvero è così? Iomi rifiuto di crederci: i numerosissimi genitori che incontriamo nelnostro lavoro sono persone vispe e piene di curiosità, che hannovoglia di conoscere i libri per scegliere sempre meglio quelli chedanno in mano ai loro figli.
Che la letteratura per ragazzisia vissuta come un terreno di lucro, privo di vero valore culturale,spiega la pessima qualità della gran parte dei prodotti correnti,oltre al totale disinteresse e alla sfrontata indifferenza di mediae istituzioni nei confronti di questo settore. Un insieme di fattori,questo, che penalizza clamorosamente gli sforzi di chi vi si dedica condeterminazione, impegno, caparbietà, editando libri di ottima qualità,che sono, fra l'altro, diventati anche una voce attiva nella bilancia deipagamenti. Basti dire, per stare solo al nostro esempio, che noi vendiamoi diritti dei nostri libri in tutto il mondo, che abbiamo ricevutonumerosi importanti riconoscimenti internazionali e addirittura unaonoreficenza dalla Repubblica Francese per meriti nell'innovazionedell'editoria per ragazzi.

Del fatto che tutto ciò inItalia non interessi a nessuno, ci siamo fatti una ragione. Lavoriamocon le nostre forze, cercando, senza vittimismi, di trovare soluzioni aiproblemi oggettivi che quotidianamente incontriamo sulla nostra strada (esono tanti), ingegnandoci di trovare e utilizzare, creativamente, canalidi comunicazione, dialogo e promozione col nostro pubblico, coi lettori,con le scuole, le librerie, le biblioteche.
BookCity è statouna buona idea, anche e soprattutto perché va a riparare quell'ontainaudita che è il totale disinteresse istituzionale per i libri daparte della città per eccellenza dell'editoria: Milano. Basti dire chequi nessuno ha ancora saputo organizzare qualcosa di simile a quellabellissima occasione di scambio culturale e commerciale che è Piùlibri più liberi, fiera romana della piccola e mediaeditoria, che da anni si tiene a Palazzo dei Congressi (in calendario,a brevissimo).

Le ragioni per cui questo accade,sono tante. A noi sembra che, dopo un glorioso passato sui cui allorifra l'altro Milano ancora vive e prospera, in cui la creatività,l'intraprendenza, l'anticonformismo e l'innovazione sono state curate,seguite, premiate, amate, nutrite (nel campo del design, della moda,dell'editoria, della grafica, del teatro, dell'arte), Milano èinvecchiata e lo ha fatto male, irrigidendosi, instupidendosi, e finendoper diventare una città bieca, i cui unici parametri di giudizio sono,ottusamente e cinicamente, il potere, il prestigio mediatico, il successoeconomico e le relazioni personali. Sembra che questi siano gli unicicriteri sulla base dei quali questa città sa organizzare e riconosceree attribuire spazi, meriti, voce. E questo è gravissimo, perchésignifica che questa città ha smesso di evolversi e di riconoscere dadove vengono le energie, le idee, il talento autentici. E dove stanno,realmente, i meriti. Certo non è solo Milano a mostrare questi sintomi disenescenza, specie in Italia, ma qui il fenomeno è marchiano e vistoso,soprattutto, ripensando al passato di questa città che un tempo è stataintraprendente, coraggiosa e battagliera e su questo ha costruito la suafortuna.

Ieri, sul Corriere,abbiamo letto che per la prossima edizione di BookCity si progettadi coinvolgere anche le scuole. Ci sembra una cosa bellissima econdivisibile: questo significa che probabilmente l'anno prossimo siparlerà di più e meglio di libri per ragazzi. Sarebbe auspicabile chefin da subito venissero coinvolti, nella progettazione di questo nuovoevento, gli editori che fanno i libri per ragazzi e, magari non soloquelli grandi e potenti, ma anche tutti gli altri: anche quelli chepassano sotto traccia sul palcoscenico dei media, ma sono in quellecase, in quelle bibliotece, in quelle scuole dove la cultura per iragazzi non è un interesse occasionale e un passatempo distratto.

Illustrazionedi Michele Tranquillini dedicata a BookCity, tratta da Corriere.it.


Scuole a parte, comunque, la nostra speranza è che lei e gliorganizzatori di BookCity riflettiate molto seriamente sul fatto che ilibri per ragazzi, illustrati e non, per piccolissimi o per adolescenti,hanno seriamente a che fare con il futuro del nostro paese, e non solodal punto di vista commerciale, ma da quello culturale. E vi mobilitiateper dare loro più spazi, più mezzi, più occasioni. Per fare sì chei media sappiano assumersi la responsabilità e la maturità di daremaggiore spazio a questa letteratura, come avviene in molti altripaesi del mondo, anche quelli in cui c'è minor benessere rispettoal nostro. E lo facciate riflettendo soprattutto su un dato: che ilpubblico e l'interesse per questi libri e per questi eventi ci sono,eccome. E che mezzi ed energie magari possono essere incanalati con unpo' più di coraggio e di lungimiranza verso questo settore culturale,sacrificando qualche minuto e qualche euro alle star dei best sellers cheperaltro vediamo dappertutto sulle pagine dei giornali e delle riviste,su tutti gli schermi, per tutto l'anno, fin quasi alla nausea.

Siamo certi che se ritenesse di confrontarsi con noie con i nostri colleghi editori, ma anche con chi i libri li crea eli promuove (autori, illustratori, associazioni culturali, scuoledi illustrazione e di editoria, librai, bibliotecari), troverebbeentusiasmo, disponibilità, disinteressata adesione, competenza eidee.