Nel segreto degli appunti, ovvero: «Il primo dente cresce in silenzio, ma il bambino piange un sacco».

Da quando ho cominciato a tenere i corsi Progettare Libri, mi domando con una certa insistenza se servano e che cosa apprenda chi si iscrive e dedica tempo, energie e denaro a questa attività di formazione.

Da quando è nato, nel 2011 alla Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco di Milano, il corso ha avuto 108 allievi in otto diverse edizioni, tenutesi sia alla Scuola del Castello sia a Sàrmede, e, in forma auto-organizzata a Cecchina nello studio di Simone Rea e a Bologna.

Un piccolo segnale della bontà del corso viene dal relativo successo di Progettare Libri 2, tenutosi nel 2013 allo Studio Pirulino a Costrignano (BO) e nel 2015 nello studio di Chiara Fedele e Riccardo Guasco a Tromello (PV). Ma la domanda rimane senza una risposta certa.

Quest'anno, però, sono riuscito a mettere le mani sul quaderno degli appunti di un'allieva di PL1 2015 a Sàrmede e ho cominciato a farmi un'idea di quali sono le informazioni che passano e quelle che non riesco a trasmettere correttamente; di quali sono le cose che colpiscono gli allievi e quelle che li lasciano indifferenti; di come reagiscono a certi stimoli e siano insensibili ad altri.

Una delle cose che più mi ha colpito negli appunti di Alessandra Olivieri è che il principale effetto del mio insegnamento su di lei è la necessità di abbandonarsi all'azione consolatoria, rinfrescante e corroborante di una nota bevanda moderatamente alcolica (vedi sotto). E se questo mi lascia nell'incertezza se aumentare la frequenza delle pause, sperando di indurre al consumo di bevande meno "allegre", mi offre anche l'opportunità di cercare uno sponsor fra i produttori di prosecco e/o di bitter.

Un'altra cosa che emerge da questi appunti è come le informazioni tecniche e gli stimoli creativi per gli esercizi della mattina e del pomeriggio si mescolino, senza apparente soluzione di continuità. se questo, da una parte, trasforma un quaderno di appunti in una specie di scomposto e divertente zibaldone, dall'altra mi conforta rispetto al raggiungimento di uno degli obiettivi che sempre mi pongo: fare in modo che gli allievi comincino a percepire il libro olisticamente, come un insieme organico di elementi che si condizionano reciprocamente.

E poi ho capito che devo usare poco la matematica, perché quasi tutti se la sono scordata e si spaventano un sacco quando devono fare i conti.

(Anche se poi rimettono tutto in bella copia.)

Ho anche scoperto che si somministrano informazioni anche inconsapevolmente.

E che si impara qualcosa anche quando ci si sta salutando perché il corso è finito.

Ringrazio Alessandra per avermi fatto curiosare nei suoi appunti. Insieme a lei ringrazio Cecilia, Giorgia, Giulia, Giusi, Laura, Letizia, Manuela, Mara, Patrizia, Valeria e Carlo che hanno partecipato con lei a PL1 2015 a Sàrmede facendomi divertire, stancare, ridere e imparare. Con loro ci vedremo a ottobre, in data da destinarsi, per la mostra dei compiti delle vacanze: "Con le mie sante manine 2". Dove? Da Spazio bk, a Milano.


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A metà settembre apriranno le iscrizioni a Progettare Libri 1 sessione invernale alla Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco a Milano: otto lezioni serali di tre ore, sempre il martedì sera, dalle 19, in date da definire. E un sacco di compiti a casa. Chi desidera essere informato, può scrivere a progettarelibri@gmail.com. Manderemo tutte le informazioni appena disponibili.