Oltre il bosco

[di Elena Turetti]

Oltre il bosco è nato in Valle Camonica da un percorso prima di formazione per gli educatori delle cooperative sociali Il Cardo, L'Arcobaleno e Azzurra, e poi di sperimentazione sul campo, nelle classi delle scuole primarie del territorio, per un anno. Il primo obiettivo era chiaro: trasformare il bosco in un luogo di esplorazione di sé.  Il secondo obiettivo, ibridare il lavoro di uno psicoterapeuta o di un educatore, avvezzo a lavorare su bisogni educativi speciali e varie forme di disabilità, con quelle competenze di educazione visiva che permettono di usare la rappresentazione in tutte le sue forme come forma di comprensione del mondo, di interpretazione del mondo, di traduzione del mondo e quindi di visione.

La lunga strada fatta ci ha portato ad un certo punto a immaginare di trasformare le nostre scoperte e la nostra attitudine educativa in un progetto editoriale, un progetto che oggi è un piccolo kit che sta sul nostro tavolo e si pone come strumento educativo utilizzabile da educatori e insegnanti, ma al contempo scalpita, vorrebbe tornare al bosco, vorrebbe incontrarvi solo lì, per non tradire nemmeno per un attimo la promessa su cui si regge: «qui troverete una parte di voi».

Si tratta di un piccolo kit che riunisce gli strumenti usati nei laboratori, le domande poste ai bambini ed evocate dagli stessi, gli albi illustrati raccolti e usati, le attività realizzate. Combinando strumenti e domande, domande e albi, albi e attività potrete costruire tanti percorsi diversi di esplorazione del sé nel bosco, in aula e in gruppi di diversa natura, di bambini tra i sei e i dieci anni di età. 

È uno scrigno che trattiene - per il tempo necessario a farla vostra - un'attitudine educativa. Non un metodo, non un modello, ma un modo di porsi in relazione con i bambini che muove dalla necessità primaria di lavorare con loro come fossero la risorsa principale, riconoscendo e lavorando sulla loro diversità, sulla loro capacità di scoperta, sulla loro alterità rispetto a noi adulti che troppo spesso ci consideriamo i veri detentori della verità. 

Il progetto ha radici profonde e si regge su un lavoro preparatorio lungo, per arrivare a una definizione molto rigorosa delle opportunità offerte dal bosco, definizione che prima si allarga, sbava a ogni passo, si scompone per poi pian piano ricomporsi, trovare alcuni concetti forti attorno ai quali prendere il largo. L'educazione, a nostro avviso, serve proprio per prendere il largo; permette agli astanti di avere un motivo in più, un punto di partenza da cui prendere il largo.

Per il bosco questi concetti chiave sono diventati: alterità, cambiamento, incertezza, bellezza, lentezza. E su questi concetti abbiamo lavorato con i bambini.

Tutto giunge a loro non in termini di concetto ma in termini di pratica, di esperienza, di scoperta fatta con le mani e il corpo, da cui desumere poi insieme alcune scoperte comuni e quindi davvero originali. Una forma di apprendimento che si regge su un patto stretto con i bambini fondato su alcuni principi:

  1. lavorare su un sapere condiviso sempre, che diventa piano di lavoro comune, punto di vista condiviso: tre parole messe in comune, una porzione comune di mondo da osservare insieme lavorando lì per lì su quanto possiamo vedere, emozione condivisa;
  2. costruire un manufatto-dispositivo che sta sempre tra il concetto scelto e il bambino. Lo costruisce, lo usa e scopre a posteriori che è una macchina perfetta per capire e isolare un'idea. In Oltre il bosco ci sono tanti dispositivi: un piccolo teatro per comporre e ricomporre su superfici trasparenti la diversità; un tronco tagliato che con i suoi cerchi concentrici e il suo centro ci permette di parlare di ciò che vorremmo tenere per noi stessi e ciò che siamo disposti a condividere, e tanti altri;
  3. usare sempre l'esperienza diretta nel bosco, il corpo tutto, come forma di conoscenza pratica;
  4. ricomporre il quadro delle scoperte fatte prima di riprendere l'esplorazione attraverso un albo illustrato, uno diverso, per ciascun passo avanti. Le storie rimescolano le idee, aprono varchi prima invisibili.

Il bosco si è rivelato un luogo fertile di educazione, se dovessi scegliere un carattere del bosco che più di altri, mi ha offerto grandi opportunità educative, sceglierei l'incertezza, l'impossibilità di controllarlo, di arginare la sua diversità, di metterlo in ordine, di procedere secondo modelli noti.

Il testo di introduzione recita: «Il bosco quale luogo privilegiato di esplorazione di sé. Il bosco come comunità vegetale dove riconoscere il valore della diversità, dell'alterità, dove riconoscere la vita in tutte le sue forme, la sua operosità, la sua bellezza; il bosco come luogo della meraviglia. Il bosco come maestro del tempo naturale, del suo scorrere, della sua lentezza o velocità, del suo ritmo, dove riconoscere il cambiamento mentre si compie, dove ricostruire il proprio tempo di attenzione, di osservazione e di contemplazione del mondo che si tradurrà poi in cura e accudimento del mondo. Il bosco come luogo di sperimentazione su sé e di sé, il bosco come luogo delle prove, dei cimenti all'insaputa di quel che verrà dopo e di quel che sarà; il bosco come luogo del perdersi. Il bosco come luogo in cui costruire passo dopo passo una relazione solida, insostituibile e rinnovabile con il mondo naturale.»

Oltre il bosco è edito da Il Cardo.

Oltre il bosco è un progetto concepito da Elena Turetti, coordinato da Marco Milzani, realizzato dalle cooperative Il Cardo, Arcobaleno e Azzurra con Solco Camunia e finanziato da Fondazione Comunità Bresciana. I laboratori sono stati ideati da Nanniva Della Noce, Elisa Lorenzetti, Elisa Pietrobelli, Marzia Speziari, Luana Tomasi e Alessandra Tonsi. Il progetto editoriale è a cura di Elena Turetti (Spicca, Cerveno), con grafica e impaginazione a cura di Davide Pagliarini (Newlandscape, Bergamo).